31 Gennaio 2025, h. 11:20 Notizie
MEDIA – Su Spirito Artigiano le sfide mondiali che mettono alla prova le piccole imprese
Il nuovo numero di Spirito Artigiano esplora i cambiamenti geopolitici, economici e sociali che stanno riscrivendo lo scenario mondiale. Tra incertezze politiche e nuove rotte globali, le Pmi si trovano a dover affrontare sfide che mettono alla prova il loro ruolo nell’economia futura.
Il Professor Giulio Sapelli, Presidente della Fondazione Germozzi, mette in guardia contro le predizioni pessimistiche riguardo alla produttività delle PMI. Sapelli ricorda la vitalità storica delle imprese artigiane e ribadisce che la piccola impresa, se sostenuta da capitale adeguato, è in grado di affrontare i cambiamenti globali grazie alla sua agilità e alla qualità delle relazioni personali che la caratterizzano. Nonostante le previsioni di crisi, come quelle legate ai dazi commerciali voluti dall’amministrazione Trump, Sapelli invita a non cadere nel pessimismo e a riconoscere le opportunità che possono nascere da un cambiamento radicale nel commercio globale.
Marco Grazioli, Presidente di The European House – Ambrosetti, analizza la situazione delle PMI nel contesto europeo, sottolineando il loro ruolo cruciale nell’economia dell’Ue. Nonostante le sfide poste dai conflitti geopolitici, dal cambiamento climatico e dalle tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, Grazioli evidenzia che le piccole imprese devono affrontare anche una serie di difficoltà legate alla burocrazia, alla frammentazione normativa e alla difficoltà di accedere ai mercati globali. L’Europa, tuttavia, sta cercando di rispondere a queste problematiche con politiche integrate come il programma Next Generation EU, pur dovendo affrontare ostacoli nell’implementazione, in particolare in paesi come l’Italia. La necessità di un coordinamento più stretto tra politiche europee e nazionali diventa quindi una priorità, così come l’importanza di incentivare l’innovazione e l’internazionalizzazione per far fronte alla crescente concorrenza globale. Emergono tre “divari” che l’Europa deve colmare per mantenere la sua competitività: la visione coesa tra gli Stati membri, l’ampliamento degli investimenti privati e l’efficace attuazione delle politiche. Grazioli conclude con un messaggio chiaro: le PMI devono affrontare le sfide in modo proattivo, sfruttando le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, dalla sostenibilità e dalla crescita internazionale.
Francesca Basso, giornalista del Corriere della sera, esplora le parole di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, che ha recentemente delineato uno scenario di competizione geopolitica intensa tra le potenze mondiali. La corsa per l’accesso alle risorse strategiche e alle tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale e la green technology, rappresenta una minaccia per la competitività delle piccole imprese europee. In particolare, le difficoltà legate ai costi energetici e alla burocrazia eccessiva rischiano di indebolire la posizione dell’Europa nel mercato globale. La presidente della Commissione ha sottolineato l’urgenza di investimenti in settori strategici e la necessità di una vera semplificazione normativa per le imprese, che possano ridurre il peso burocratico e incentivare l’innovazione. Tuttavia, la grande incognita rimane come finanziare questi cambiamenti senza compromettere la stabilità economica dell’Unione.
Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio studi di Confartigianato, si concentra sulle previsioni economiche per il 2025, in un contesto di crescita globale incerta. Le economie di Francia e Germania sono in difficoltà, con cali significativi nelle esportazioni italiane verso questi paesi, cruciali per il made in Italy. Gli Stati Uniti, pur mostrando una crescita, potrebbero aumentare i dazi, peggiorando ulteriormente le prospettive per le piccole imprese italiane. Le tensioni geopolitiche e i prezzi elevati delle commodities continuano a essere fattori destabilizzanti, con un impatto negativo sul settore manifatturiero. Inoltre, la difficoltà nell’accesso al credito e l’elevato costo delle risorse frenano gli investimenti necessari per affrontare la doppia transizione digitale ed ecologica. Il panorama che emerge dall’analisi è complesso: le piccole imprese dovranno adattarsi a una crescente competizione internazionale e a politiche economiche che, seppur necessarie, si scontrano con una carenza di accordi concreti tra i vari stati membri. L’incertezza globale continua a essere un freno per la ripresa, con un rallentamento delle esportazioni italiane e una preoccupante stagnazione dei settori chiave come la moda e la meccanica.
Mattia Diletti, docente di Comunicazione e Ricerca sociale all’Università La Sapienza, intervistato da Federico Di Bisceglie, offre una chiave di lettura interessante riguardo ai timori legati ai dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Sebbene al momento non siano ancora operativi, i dazi potrebbero rappresentare una minaccia per i settori italiani delle PMI, in particolare nella Meccanica, nell’Agroalimentare e nella Moda. Secondo Diletti, l’approccio di Trump ai dazi è più una leva politica che un’azione economica immediata, e potrebbe essere utilizzata come strumento per rinegoziare i rapporti tra gli Stati Uniti e l’Europa, in particolare la Germania, che gioca un ruolo fondamentale nelle dinamiche economiche del continente. In questo scenario, le PMI italiane dovranno essere pronte a diversificare i loro mercati e adottare strategie di sistema per affrontare l’incertezza economica. L’autore sottolinea come le piccole imprese, da sempre resilienti, possano affrontare questa sfida puntando su una diversificazione delle esportazioni e un approccio proattivo verso nuove opportunità internazionali.
Maria Gaia Fusilli, giornalista economica, esplora il fenomeno del cambiamento nel mondo del terzismo, dove alcune PMI, un tempo relegati a ruoli marginali nella filiera produttiva, sono riuscite a trasformarsi in veri e propri brand riconosciuti. Il caso di Brembo è emblematico: un’impresa che ha reso il freno, un componente inizialmente invisibile, un oggetto di desiderio per i consumatori appassionati di auto. Ma Fusilli va oltre, presentando esempi di aziende che, pur continuando a produrre componenti per grandi brand, hanno scelto di mettere in risalto il proprio marchio, puntando su qualità, innovazione e sostenibilità. Manteco, Lem e Zordan sono altri esempi di aziende che, grazie a strategie di marketing mirate, sono riuscite a costruire un brand forte e a guadagnare visibilità anche nei settori più complessi e di nicchia, come il lusso. Fusilli evidenzia come le PMI possano differenziarsi non solo attraverso il prodotto, ma anche attraverso la costruzione di un’esperienza di valore per il cliente, creando un legame duraturo e riconoscibile tra impresa e consumatore.
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