27 Febbraio 2023, h. 13:41 Notizie
FERRARA – I ‘Dialoghi di Spirito Artigiano’ esplorano le strategie per uscire dalla crisi demografica e ricostruire il futuro dell’Italia
Hanno debuttato il 27 febbraio a Ferrara “I Dialoghi di Spirito Artigiano”, percorso di approfondimento promosso dalla piattaforma digitale della Fondazione Manlio Germozzi e dedicato ai temi dell’attualità economica che stanno a cuore agli artigiani e alle piccole imprese.
La prima tappa di questo tour – organizzata da Confartigianato in collaborazione con Confartigianato Ferrara, con il patrocinio di Comune di Ferrara, Università di Ferrara, Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, Camera di Commercio e la media partnership di QN il Resto del Carlino – si è svolta al Teatro Abbado che ha ospitato la presentazione del Quaderno edito dalla Fondazione Germozzi sul tema della crisi demografica, scritto da Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale alla facoltà di Economia dell’università Cattolica di Milano (scarica il volume).
A confrontarsi con l’autore, il Vice Presidente vicario di Confartigianato Eugenio Massetti, il Segretario generale di Confartigianato Vincenzo Mamoli, i vertici di Confartigianato Emilia Romagna e di Confartigianato Ferrara, il Presidente della Fondazione Germozzi Giulio Sapelli, la rettrice dell’Università di Ferrara, Laura Ramaciotti, il saggista e docente dell’Università Cattolica di Milano Mauro Magatti, il direttore generale del Censis Massimiliano Valerii. L’incontro è stato moderato dal responsabile della redazione estense de il Resto del Carlino, Cristiano Bendin.
Il professor Rosina ha messo in evidenza la gravità del fenomeno della crisi demografica, uno dei temi cruciali per il futuro dell’Italia: il progressivo invecchiamento della popolazione unito alla costante denatalità rappresentano un fenomeno che vede il nostro Paese con la popolazione meno giovane in tutta l’Unione europea. La prospettiva è che nel 2050 ci si trovi ad avere un rapporto ‘uno a uno’ tra lavoratori e pensionati. E così, di questo passo, si arriva a minare la stabilità economica e sociale dell’Italia e la capacità di competere alla pari con gli altri Paesi, occidentali e non. Rosina invita dunque ad “un cambio di strategia, a puntare sui giovani, consentendo all’economia di crescere e generare benessere, in coerenza con la vocazione dei territori, facendo leva sul meglio di quanto le nuove generazioni possono dare, quando preparate e incoraggiate adeguatamente”. L’importante è “agire contestualmente su tutte le leve in modo interdipendente: quelle che operano sulle cause ma anche quelle che intervengono sulle conseguenze”.
La demografia non è soltanto un fattore economico, ma intreccia anche il piano spirituale. Ne è convinto il Professor Giulio Sapelli secondo il quale l’inverno demografico è ascrivibile anche alla “perdita della prospettiva teleologica della vita” fino ad arrivare alla “scristianizzazione dell’Europa e dell’Italia. Bisogna tornare a una cultura dei doveri”. Il Presidente della Fondazione Germozzi ha dunque esplorato una dimensione più profonda che include anche i “percorsi educativi dei giovani”, un ritorno alla “cultura del sacrificio”. Perché “in una società di soli diritti, di figli non se ne fanno”.
Anche il Professor Mauro Magatti ha colto l’occasione del tema demografico per considerazioni di ampio respiro: “Noi italiani – ha detto – abbiamo galleggiato nell’oceano della globalizzazione, ma non abbiamo ancora capito che dobbiamo affrettarci ad investire. E l’investimento è anche la scelta di fare figli. Altrimenti non possiamo immaginare un futuro”. Alla radice della crisi demografica, secondo Magatti, si innesta una profonda “crisi d’identità. La dimensione identitaria, tuttavia, deve muoversi di pari passo con quella dello spirito. Perché è lo spirito a dare la spinta alla crescita”.
In assenza di un cambio di rotta, la curva demografica calerà in modo ancor più netto e questo – ha sottolineato la rettrice dell’Università di Ferrara Laura Ramaciotti – avrà conseguenze preoccupanti anche sulla sostenibilità degli atenei pubblici.
Tra gli effetti del calo demografico, il direttore del Censis, Massimiliano Valerii, ha evidenziato anche quelli politici. “Un Paese come l’Italia che dal 2015 si rimpicciolisce, drammaticamente perde anche il suo peso politico sul piano internazionale”. E l’inverno demografico è parzialmente imputabile anche alla “scarsa propensione al rischio da parte dei giovani”.
Un aspetto fondamentale proprio per le imprese, come hanno sottolineato i vertici di Confartigianato, preoccupati per le conseguenze della crisi demografica con il calo della forza lavoro e la difficoltà di trovare giovani qualificati ai quali trasmettere il prezioso ’saper fare’ che ha fatto grande l’Italia. Di questo passo si rischia di compromettere l’eccellenza manifatturiera espressa dagli artigiani e dalle piccole imprese italiane e di farci scivolare verso produzioni a minore valore aggiunto. Contro questi paradossali squilibri, sono indispensabili ed urgenti politiche coordinate e strutturali, anche a sostegno della famiglia e della natalità, in grado di farci recuperare terreno rispetto ai grandi Paesi europei.
Scarica il QFG ‘La crisi demografica italiana: giovani e qualità del lavoro’ di Alessandro Rosina
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