3 Febbraio 2022, h. 20:34
STUDI – BCE mantiene la politica monetaria espansiva. Le tendenze del credito alle imprese nel report Confartigianato
Il ciclo economico in corso è caratterizzato da una ripresa economica associata ad un aumento delle pressioni inflazionistiche dovute alle tensioni sui prezzi dell’energia e a strozzature sul lato dell’offerta. Le decisioni odierne del Consiglio direttivo della Bce confermano le condizioni espansive della politica monetaria, mantenendo una adeguata flessibilità nel caso sia messo a repentaglio il conseguimento della stabilità dei prezzi”. L’autorità monetaria europea si dichiara pronta “ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine”. Una spinta persistente sui prezzi potrebbe accelerare il ritorno ad una politica monetaria restrittiva, con effetti recessivi sulla domanda delle famiglie, sui ricavi e gli investimenti delle imprese.
Le condizioni di finanza d’impresa e l’evoluzione del mercato del credito, alla luce del caotico andamento dei prezzi e dell’orientamento della politica monetaria, sono esaminate nell’Elaborazione Flash ‘Le tendenze del credito alle piccole imprese a settembre 2021’ pubblicata oggi. Per scaricarla accedi all’area riservata e vai a ‘Consultare ricerche e studi’.
La domanda di credito delle imprese è contenuta, a fronte della normalizzazione delle tensioni sulla liquidità esplose con la pandemia, con un rallentamento del tasso di crescita dei prestiti per tutte le classi dimensionali. A settembre 2021 i prestiti alle piccole imprese crescono del 2,3% (+5,6% un anno prima), dinamica più robusta rispetto al +1,0% del totale imprese.
I dati di dettaglio regionale evidenziano un aumento dei prestiti alle piccole imprese in diciotto regioni con una crescita più che doppia rispetto alla media per Campania (+6,7%), Valle d’Aosta (+6,6%) e Sardegna (+5,1%). All’opposto, si rilevano flessioni per Friuli-Venezia Giulia (-1,3%) e , più contenute, per la Provincia Autonoma di Trento (-0,4%) e Veneto (-0,3%).
Il report dell’Ufficio Studi propone elementi di valutazione delle tendenze del credito alle imprese artigiane e della qualità del credito, evidenziando una curva dei tassi di deterioramento dei prestiti alle imprese su livelli molto bassi e di gran lunga inferiori rispetto a quelli registrati al termine delle precedenti recessioni del 2008-2009 e del 2011-2012.
Sugli andamenti dei prestiti bancari influiscono, da un lato l’attenuazione della crisi di liquidità causati dalla pandemia e dall’altro l’evoluzione degli interventi anticrisi delle garanzie e della moratoria. Il termine della moratoria ed il progressivo riallineamento del sistema pubblico delle garanzie possono accentuare l’instabilità finanziaria delle imprese, impedendo il graduale ritorno alla normalità, come indicato nelle scorse settimane da Confartigianato e le altre Confederazioni dell’artigianato e delle piccole imprese in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi.
Il costo del credito per le imprese è stabilizzato su livelli contenuti, anche se persistono le strutturali condizioni più gravose per le micro e piccole imprese, in particolare nel Mezzogiorno. Nel lavoro si evidenziano i segnali statistici di una risalita della percentuale netta di imprese manifatturiere che riportano difficoltà di accesso al credito, che risulta più elevata per le micro, piccole e medie imprese.
Il report è completato da una ampia dotazione di dati per territorio contenuti nell’Appendice statistica “Fondo di garanzia e fonti e scelta di finanziamento delle imprese: dati territoriali“. Per scaricarla accedi all’area riservata.
Trend dei prestiti bancari per piccole imprese e totale imprese
Marzo 2012-settembre 2021. Variazioni % – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia
Dinamica dei prestiti bancari alle piccole imprese ed al totale imprese per regione
Settembre 2021. Variazione % su settembre 2020. Variazioni piccole imprese decrescenti. Punto verde: MPI>totale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia
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