22 Ottobre 2021, h. 11:55
EUROPA – Confartigianato a confronto con la Commissione europea sul pacchetto climatico “Fit for 55”
Presentato a luglio dalla Commissione Europea, il pacchetto di proposte per la riduzione delle emissioni di CO2 “Fit for 55” è stato al centro dell’incontro in streaming del 21 ottobre scorso tra il Capo unità della DG CLIMA della Commissione, Luca de Carli, e i responsabili nazionali di Confartigianato Imprese che seguono i temi di fisco, energia e ambiente, oltre a trasporto, costruzioni e artistico. All’incontro hanno preso parte anche i referenti per i consorzi per l’energia di Confartigianato, CEnPI e CAEM.
Il pacchetto di proposte legislative “Fit for 55” mira a rendere le politiche dell’UE in materia di clima, energia, uso del suolo, trasporti, costruzioni e fiscalità adatte a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, in linea con quanto previsto dalla legge europea sul clima entrata in vigore di recente.
Il pacchetto climatico della Commissione include nuove regole per l’efficienza energetica, per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per le emissioni di CO2 del settore dei trasporti e delle costruzioni, e per la tassazione dei prodotti energetici.
Luca De Carli nel suo intervento ha sottolineato come “la CE abbia fissato obiettivi molto ambiziosi, che mirano a permettere all’UE di diventare climaticamente neutra entro il 2050. Alla base di queste proposte c’è il principio di giustizia e equità tra gli Stati Membri, il principio di efficienza dei costi e la volontà di aumentare la competitività europea, per rendere l’UE leader nella lotta al cambiamento climatico; tutto questo sarà supportato da un sostegno ambizioso per il periodo 2025-2032, per aiutare le famiglie vulnerabili e le microimprese ad affrontare gli impatti di tali misure, dato dal Fondo Sociale per il Clima”.
Il Fondo Sociale per il clima intende accompagnare la transizione tramite aiuti economici mirati a favorire l’efficienza energetica e la mobilità green, supportando nello specifico le famiglie e le imprese che subiranno gli impatti negativi indiretti derivanti dall’estensione del sistema ETS (Emission Trading System) al settore dei trasporti e delle costruzioni, previsto tra le proposte.
Confartigianato Trasporti ha evidenziato come il settore “sia già ampiamente penalizzato da numerose misure messe in campo a livello europeo e di come queste non debbano necessariamente tradursi nel definire il settore dei trasporti su strada come la sola causa di inquinamento. Al contrario, a fronte delle ambiziose scelte della Commissione in tema ambientale, in Italia non si può non tener conto del percorso già avviato dalla categoria dell’autotrasporto, prevalentemente costituita da micro e piccole imprese che stanno faticosamente facendo investimenti nel rinnovo del parco mezzi. Sarà necessario garantire agli operatori una graduale e progressiva transizione ecologica verso le soluzioni esistenti meno inquinanti con incentivi mirati a sostenerne la competitività. È indubbio che la decarbonizzazione al 2050 sia un obiettivo estremamente sfidante per tutti i settori, ma bisogna fare i conti con la realtà del mercato: dal lato dell’offerta dei mezzi pesanti ancora non vi è purtroppo un’offerta adeguata di soluzioni a 0 emissioni, né chiarezza delle case costruttrici sulla tecnologia del futuro. Pertanto, anche gli artigiani e le PMI del trasporto hanno enormi difficoltà ad orientare le loro scelte senza uno scenario ben definito che rischia di comprometterne la tenuta”.
L’economia circolare è l’arma principale per abbattere le emissioni di CO2 considerando che a livello globale il 60% delle emissioni deriva dall’estrazione delle materie prime naturali. La riparazione, il riuso e il riutilizzo e la trasformazione dei rifiuti in risorse abbattano il consumo di materie prime naturali e possono fungere da volano per l’economia. Non a caso la CE ha individuato tra le filiere strategiche per l’economia circolare quelle dell’edilizia, del tessile e della plastica dove operano migliaia di micro-piccole e medie imprese.
In definitiva, Confartigianato Imprese reputa tutti gli obiettivi fissati dalla CE importanti, ma indubbiamente ambiziosi. La transizione ecologica è anche sociale e culturale e corre veloce: le istituzioni comunitarie e nazionali devono essere “inclusive” e traghettare nella “giusta transizione” anche le imprese più piccole del tessuto socioeconomico europeo che devono ricevere il supporto necessario per potersi convertire, accrescendone la consapevolezza, con formazione e informazione e contenendo gli oneri finanziari e amministrativi.
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