4 Febbraio 2021, h. 08:00
STUDI – La crisi del lavoro indipendente: nei nove mesi di Covid-19 206 mila occupati in meno (-3,9%), ai minimi dal 2004
L’esame dei dati pubblicati lunedì scorso dall’Istat mostra un peggioramento della situazione critica del mercato del lavoro già delineata nei mesi scorsi, nonostante l’ampio utilizzo degli ammortizzatori sociali e il prolungamento del divieto di licenziamento. Dopo lo scoppio della pandemia, tra febbraio e dicembre 2020, l’occupazione è scesa dell’1,8%, con un livello che si è ridotto di 425 mila unità. La crisi in atto sta colpendo duramente i giovani, con gli occupati fino a 35 anni che a dicembre 2020 risultano in calo del 6,4% rispetto al precedente mese di febbraio, pari ad una diminuzione di 330 mila unità, rappresentando più di tre quarti (77,6%) dell’intero calo occupazionale; per gli occupati senior, con 50 anni ed oltre, il calo si limita a mezzo punto percentuale.
L’analisi per genere evidenzia una flessione più intensa per le donne occupate, scese di 268 mila unità, pari al -2,7%, mentre gli occupati maschi calano di 158 mila unità, pari al -1,2%.
Dall’esame della dinamica degli occupati per posizione lavorativa si evince che nei nove mesi della recessione, a fronte di una tenuta del lavoro dipendente permanente – che addirittura segna un aumento di 118 mila occupati, lo 0,8% in più – cedono dell’11,5% i dipendenti a termine, con 336 mila unità in meno e diminuisce del 3,9% il lavoro indipendente, per cui si registrano 206 mila occupati in meno, con un livello che a dicembre 2020 scende a 5 milioni e 54 mila occupati, il minimo dal 2004, anno di inizio dell’ultima serie storica disponibile. Il calo dell’occupazione dipendente rappresenta il 48,5% dell’intera diminuzione di occupati registrata durante la pandemia.
Focus sulle tendenze del lavoro indipendente – Ad un esame di maggior dettaglio, possibile sulla base dei dati trimestrali, si osserva che al terzo quarto del 2020 il calo del 4,1% degli occupati indipendenti in Italia, già segnalato da una nostra precedente analisi, nel confronto internazionale è di gran lunga più ampio della media Ue, dove gli occupati indipendenti limitano la discesa al -1,5%.
L’analisi dell’andamento per classe di età evidenzia una relativa maggiore tenuta degli occupati indipendenti giovani under 35 (-1,6%), a fronte del calo più accentuato (-4,6%) registrato per la classe tra 35 e 64 anni.
In chiave di genere, sempre al terzo trimestre 2020, le donne imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome scendono del 7,6% a fronte del calo tendenziale del 2,5% registrato dai maschi; il maggiore calo per le donne è diffuso territorialmente.
In chiave territoriale si osservano i cali più intensi degli occupati indipendenti nel Centro (-6,8%) e nel Nord Est (-6,4%), mentre risultano pesanti, ma più contenuti, nel Nord Ovest (-2,0%) e nel Mezzogiorno (-2,6%).
Il trend dell’occupazione indipendente su base regionale è disponibile nella Elaborazione Flash ‘Lavoro e MPI, skills, trasformazione digitale e green ai tempi di Covid-19’ (clicca qui per scaricarla).
Nel report di Confartigianato, dopo l’analisi delle recenti dinamiche dell’occupazione, si esaminano le tendenze in atto sulla qualità della domanda di lavoro alla luce della crescita dell’offerta di servizi digitali complementari all’attività caratteristica da parte delle micro e piccole imprese, oggetto di una analisi contenuta nell’articolo pubblicato su Innovation Post da Paolo Manfredi ed Enrico Quintavalle.
Occupati indipendenti negli ultimi 24 mesi
Gennaio 2019-dicembre 2020, migliaia di occupati, dati destagionalizzati – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Dinamica occupati tra febbraio e dicembre 2020 per posizione professionale
Febbraio-dicembre 2020, var. ass. cumulata in migliaia di occupati, dati destagionalizzati – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
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