10 Febbraio 2021, h. 00:37
IMPIANTI – Confartigianato Impianti e ATF intervengono sulla revisione della regolamentazione F-gas europea
ATF, Associazione Italiana dei Tecnici del Freddo e Confartigianato Impianti hanno apprezzato, accolto e ampliato la posizione espressa da AREA, associazione europea che rappresenta oltre 110.000 soggetti impegnati nel settore, in merito alla revisione dell’attuale regolamentazione F-Gas europea.
Per quanto concerne formazione e certificazione, nell’ambito dell’obiettivo “Migliorare l’attuazione e l’applicazione”, si parla dell’opzione per i tecnici di essere formati e certificati anche sull’uso di refrigeranti alternativi. La revisione dovrebbe inoltre esaminare le restrizioni (ad esempio, durata limitata) che gli Stati membri possono aver posto sui certificati. Deve venire preso anche in considerazione il reciproco riconoscimento dei certificati, in particolar modo nell’Europa post-Brexit.
L’insufficiente applicazione del regolamento F-Gas ha portato a importazioni illegali di refrigeranti che stanno indebolendo artificialmente l’effetto della graduale eliminazione e creando una concorrenza sleale su un mercato già teso. Con l’aumentare dell’uso di refrigeranti alternativi, si pone la questione se sia giustificato che tali alternative – la maggior parte delle quali hanno problemi di sicurezza – sfugga a qualsiasi controllo legale. Ad esempio, si dovrebbe garantire che i sistemi split HC, le cui vendite aumentano a seguito del regolamento F-Gas, siano introdotti sul mercato, venduti e installati in modo sicuro da installatori professionisti. La revisione del regolamento F-Gas dovrebbe offrire l’opportunità di esaminare la situazione, o allargando l’ambito di applicazione del regolamento per includere i refrigeranti alternativi, o con una legislazione autonoma.
Nello specifico, l’articolo 11.5 deve essere perfezionato, in particolare per quanto riguarda la vendita on-line di unità di condizionamento d’aria per abitazioni private, al fine di garantire una corretta applicazione del regolamento.
Inoltre, con l’aumento dell’uso di refrigeranti alternativi, si pone la questione se sia giustificato che tali alternative – la maggior parte delle quali ha problemi di sicurezza – sfuggano a qualsiasi controllo giuridico. Ad esempio, occorre garantire che i sistemi split, le cui vendite sono aumentate in seguito all’introduzione del regolamento F-GAS, siano immessi sul mercato, venduti e installati in modo sicuro da installatori professionisti. La valutazione del regolamento F-GAS dovrebbe offrire l’opportunità di esaminare la questione, valutando se sarebbe meglio allargare il campo di applicazione del regolamento per includere anche i gas alternativi, o se sarebbe meglio una legislazione autonoma.
AREA sostiene la riduzione sostanziale delle emissioni di gas a effetto serra. La revisione dovrebbe concentrarsi su come perseguire questo obiettivo, e prendere in considerazione anche i seguenti elementi: – Costi economici e sociali per i contribuenti e i consumatori. – Ciclo vitale: gli impianti di questo tipo dovrebbero durare almeno 20 anni, in assenza di perdite e se viene mantenuta l’efficienza energetica. – TEWI: prendere in considerazione oltre ai livelli di GWP anche l’efficienza energetica complessiva e i costi del ciclo di vita delle apparecchiature, incluso l’impatto totale equivalente del riscaldamento del progetto/installazione (TEWI). Ciò consentirebbe una valutazione più accurata dell’impatto reale sulle emissioni di CO2. – Settore marittimo: Le emissioni in mare sono di dimensioni enormi rispetto a quelle a terra. Sarebbe quindi auspicabile l’introduzione di una regolamentazione specifica.
Inoltre, occorre evidenziare come l’introduzione della Banca Dati F-Gas abbia contributo a combattere il commercio illegale dei gas fluorurati a effetto serra: la proposta è quella di promuovere un database europeo impostato sulla stessa falsariga, con la costruzione di una vera e propria Banca Dati Europea. L’idea è quella di trattare ogni gas allo stesso modo, così da evitare distorsioni all’interno del mercato e possibili problematiche di sicurezza, evitando che a maneggiare i refrigeranti infiammabili sia personale non debitamente qualificato.
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