26 Novembre 2020, h. 14:41
STUDI – Il debito pubblico sta crescendo di 7.293 euro al secondo. Più investimenti e crescita per la sostenibilità del debito
La politica economica, anche in questa fase difficile, deve guardare lontano. Per rilanciare l’economia italiana serve una politica fiscale espansiva che, per contenere il rapporto debito/PIL, deve massimizzare il tasso di crescita, focalizzando le risorse a favore degli investimenti.
La crescita della dotazione di capitale dovrà interessare anche la Pubblica amministrazione, dopo il crollo del 29,9% degli investimenti pubblici negli ultimi dieci anni. Le Linee Guida del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza presentate dal Governo a metà settembre prevedono, tra gli obiettivi quantitativi di lungo termine, di portare gli investimenti pubblici sopra al 3% del PIL.
Sono necessari interventi fiscali con una composizione degli interventi caratterizzata da una elevata presenza di investimenti pubblici e di incentivi agli investimenti privati, con un elevato moltiplicatore fiscale e che sia in grado di accelerare il tasso di crescita, condizione necessaria per garantire la vitalità dell’economia italiana. Interventi sbilanciati sulla spesa corrente, associati ad un basso profilo della crescita economica, non porterebbero il rapporto debito/PIL in un sentiero di discesa e, al termine del programma di acquisiti della Bce, dopo l’impegno delle risorse di Next Generation UE e la disattivazione della clausola di salvaguardia generale del Patto di Stabilità e Crescita, aumenterebbe il rischio di una nuova crisi del debito, molto più grave di quella scoppiata nel 2011: l’aumento del costo del debito accompagnato da politiche fiscali restrittive avviterebbe l’economia italiana in una spirale recessiva. La crisi in corso, un terremoto per l’economia reale, sta determinando uno tsunami sui conti pubblici: la crescita del debito pubblico è senza precedenti e nel 2020 salirà al 158% del PIL, in prossimità del massimo storico dall’Unità d’Italia. Solo nei primi nove mesi del 2020 il debito della Pa è salito di 172,6 miliardi di euro, alla velocità – impressionante – di 7.293 euro al secondo.
Per garantire una vitale accelerazione della crescita dell’economia italiana, vanno migliorate le condizioni di competitività delle imprese. In ambito europeo l’Italia si colloca al 5° posto per pressione fiscale e con la recessione registra un ulteriore ampliamento dello spread di pressione fiscale: il divario si era quasi completamente chiuso (0,3 punti) nel 2018, si è ampliato a 1,0 punto nel 2019 per dilatarsi fino a 1,6 punti nel 2020. Pur a fronte di un alto prelievo fiscale, il nostro Paese, secondo la comparazione internazionale del rapporto Doing Business 2020 della Banca Mondiale, l’Italia è al 58° posto nel mondo per facilità di fare impresa, al 23° posto tra i 27 paesi dell’Unione europea.
L’analisi nell’Elaborazione Flash ‘Il bilancio d’autunno degli effetti Covid-19 su economia a imprese’. Clicca qui per scaricarla, con alcuni highlights proposti ieri dall’Ufficio Studi Confartigianato su IlSussidiario.net.
L’escalation del debito pubblico nel 2020
Gennaio 2018-settembre 2020, miliardi di euro – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia
Pressione fiscale in Italia ed Eurozona
2005-2021, tax burden, % PIL – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea
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