5 Luglio 2019, h. 11:52 Bolletta energia MPI
ENERGIA – Nella relazione annuale di Arera le sfide dei mercati dell’energia
La transizione al mercato libero dell’energia, il divario territoriale nei servizi pubblici, gli impegni per garantire la sostenibilità sono tra gli argomenti principali affrontati nella relazione annuale di Arera (l’Autorità per l’Energia, Reti e Ambiente) presentata ieri alla Camera dal Presidente Stefano Besseghini. Alla presentazione ha preso parte il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli.
Nella relazione di Arera viene messo in evidenza che i prezzi di energia elettrica e gas pagati dalle piccole imprese italiane sono più alti rispetto alla media europea. Un gap ripetutamente denunciato da Confartigianato, ulteriormente aggravato dalla riforma agevolazione agli energivori che ne ha più che raddoppiato l’impatto arrivato nel 2018 ad 1 miliardo ed ottocento milioni, pagata da piccole imprese e famiglie e in merito al quale la Confederazione sollecita interventi tesi a ridurre lo squilibrio nell’imposizione di tasse e oneri generali di sistema sulle bollette che penalizza proprio i piccoli imprenditori rispetto alle grandi aziende.
Nella sua Relazione il Presidente Besseghini ha espresso preoccupazione per il sistematico divario territoriale che il Paese dimostra nelle diverse situazioni, un fattore comune che caratterizza l’ampia gamma di temi coperti da Arera. “Il divario territoriale – ha detto – lo osserviamo, e in qualche modo lo accettiamo spesso con una eccessiva condiscendenza, quasi che prenderne atto sia un modo per esorcizzarlo” aggiungendo che “non è certamente un elemento proprio solo dei servizi pubblici”, ma è da questi “che può venire una fenomenale leva di cambiamento”. La mancanza di un servizio idrico appropriato nel proprio territorio “non si aggira cercando l’acqua altrove, un servizio di gestione dei rifiuti costoso e non adeguato si manifesta quotidianamente davanti agli occhi, così come l’inadeguatezza di un’infrastruttura energetica”, ha aggiunto Besseghini concludendo che è questa “la principale sfida che questo Collegio sente di dover cogliere”. Tra i temi centrali affrontati nella relazione del Presidente di Arera anche quello del mercato libero dell’energia. Poco più di quattro famiglie su dieci lo hanno scelto e questo come Confartigianato ha avuto modo di osservare sul portale offerte, è suggestivo della limitata trasparenza ed educazione alla formazione del prezzo. Il presidente Besseghini ha detto no a un nuovo rinvio della scadenza: “A luglio 2020 potrebbe presentarsi una soluzione non ottimale ma l’eventuale rinvio rappresenterebbe un elemento di incertezza” e manca ancora il decreto con le misure di accompagnamento per la fine del regime di maggior tutela. Confartigianato condivide la preoccupazione sulle condizioni di contesto e ritiene che il mercato per essere dinamico necessita dell’intera massa critica dei circa 19 milioni di clienti, famiglie e PMI rimaste in tutela e di essere liberato dalla concentrazione che fa sì che circa il 60% delle piccole imprese che cambia operatore va dal venditore collegato alla distribuzione, quota che sale al 68% nel mercato domestico. Avanti, quindi, da un lato con nuove tutele (non di prezzo) per i consumatori, ma anche con un rafforzamento dell’offerta. A questo proposito, Confartigianato sottolinea la necessità di prendere qualche spunto dai numeri della riforma delle tutele non giurisdizionali e l’importanza dei gruppi di acquisto, che devono mantenere la loro libertà di azione e semplicità nelle forme organizzative.
Bene inoltre preoccuparsi di povertà energetica, ma forse è arrivato il momento di chiedersi se un sistema di sostegno che non discrimina tra la capacità di reddito dei soggetti giustamente chiamati a partecipare a meccanismi mutualistici non vada ripensato prima di introdurre automatismi che potrebbero triplicarne il gettito in bolletta, arrivato nel 2018 a 43 milioni di euro.
Besseghini chiede al settore di smarcarsi dall’immagine di comparto “inaffidabile, in mano a una varietà di soggetti dediti a pratiche commerciali aggressive, quando non scorrette” e auspica l’approvazione di un albo dei fornitori. L’altra parola d’ordine per Besseghini è la “transizione verso la sostenibilità” con obiettivi di decarbonizzazione, mitigazione della siccità e sviluppo dell’economia circolare. Su questo fronte l’Arera ha iniziato la sua azione anche nei rifiuti, per i quali studia una regolazione “flessibile, in grado di recepire e valorizzare le specificità territoriali” nel passaggio da tassa e tariffa. Il principio è pagare per quello che si getta. Il modello potrebbe essere quello dell’acqua dove con la regolazione e la leva tariffaria, gli investimenti sono triplicati dal 2012 fino a raggiungere 3 miliardi.
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