7 Maggio 2019, h. 14:48
STUDI – Prosegue il percorso verso la qualità dei prodotti delle piccole imprese italiane: in cinque anni +15,2% valore medio unitario del made in Italy nei settori di MPI, ritmo doppio dei prezzi alla produzione (+8,1%)
Nel 2018 prosegue la crescita qualitativa dalla produzione manifatturiera italiana venduta all’estero, in particolare nei settori di micro e piccola impresa. L’analisi che mette a confronto l’andamento del valore medio unitario delle esportazioni – calcolato come rapporto tra valore delle merci vendute e la quantità delle stesse – con la dinamica dei prezzi alla produzione sui mercati esteri è in grado di mettere in evidenza l’andamento settoriale della qualità intrinseca dei prodotti del made in Italy.
Nel 2018 il valore medio unitario dell’export manifatturiero, al netto dell’energia, è salito del 3,4% a fronte di un aumento del 3,2% dei prezzi alla produzione sui mercati esteri. Nei settori di micro e piccola impresa, dove la quota di occupati nelle MPI supera il 60% – si tratta di alimentare, moda con occhialeria e gioielleria, prodotti in metallo, legno e mobili –i valori medi unitari dell’export salgono del 3%, un ritmo quasi doppio del +1,7% registrato dei prezzi alla produzione.
Nel lungo periodo diventa evidente il processo di innalzamento dello standard qualitativo dei prodotti italiani. Nei settori della trasformazione manifatturiera – ad esclusione dell’energia – tra il 2013 e il 2018 il valore dei beni esportati è cresciuto del 12,5% a fronte di un aumento del 4,4% dei prezzi alla produzione sui mercati esteri, evidenziando un accentuato dinamismo della qualità intrinseca del prodotto made in Italy, reso possibile dai processi di innovazione, dall’introduzione di nuove funzionalità, da un più elevato contenuto di design e dalla maggiore qualità delle materie prime.
Il miglioramento qualitativo dell’offerta è più marcato nei prodotti a maggiore contenuto tecnologico: tra il 2013 e il 2018 il valore medio unitario dei beni strumentali esportato sale del 17,5% a fronte di un limitata crescita (+1,7%) dei prezzi alla produzione sui mercati esteri.
Anche per i beni di consumo – in cui è più elevata la quota di occupazione nelle piccole imprese – si osserva un marcato dinamismo della qualità intrinseca del made in Italy, con un aumento del 12,9% del valore dei beni esportati a fronte di un aumento del 5,6% dei prezzi sui mercati esteri.
In particolare il divario è più ampio per i beni di consumo durevoli – tra cui mobili, mezzi di trasporto, apparecchiature elettroniche e gioielleria – dove il valore sale del 14,9% a fronte di un aumento del 6,4% dei prezzi praticati sui mercati esteri per questa tipologia di prodotto, mentre per i beni di consumo non durevoli – tra cui alimentari, bevande, abbigliamento, articoli in pelle, prodotti cosmetici e farmaci – il valore medio sale del 12,3% e i prezzi alla produzione sui mercati esteri salgono del 5,5%. Nei settori di MPI, nei cinque anni in esame, i valori medi unitari dell’export salgono del 15,2%, un ritmo quasi doppio rispetto all’aumento dell’8,1% dei prezzi alla produzione.
L’analisi delle principali dinamiche del sistema produttivo è stata sviluppata nell’intervento dell’Ufficio Studi e dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia ‘Contesto economico e piccola impresa’ svolto il 13 aprile all’Università di Bergamo durante il percorso di alta formazione AccadeMIART – Accademia Manageriale per Imprenditori Artigiani, organizzato da Confartigianato Bergamo con l’Università di Bergamo. Clicca qui per scaricare le slides.
Dinamica 2013-2018 valore medio unitario export e prezzi alla produzione estero
Anno 2018. Variazione % su 2013, escluso raggruppamento Energia – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
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