1 Aprile 2019, h. 15:22
STUDI – In dieci anni +9 mila imprese energia e raddoppia quota di addetti delle piccole imprese. Da aprile 2009 la rubrica su imprese ed energia curata dall’Ufficio Studi su QE- Quotidiano energia
Esattamente dieci anni fa, il 1° aprile 2009, prese avvio la rubrica settimanale sull’economia dell’energia su QE-Quotidiano energia. Al tempo si chiamò ‘Crisi & energia’: eravamo nel picco minimo dell’attività manifatturiera, che in quel mese di aprile segnava un crollo del 26% rispetto un anno prima, le esportazioni scendevano del 28,4%. Da quel giorno, in un percorso di oltre quattrocento tappe settimanali, sono state descritte le trasformazioni del mercato dell’energia, con una particolare attenzione alla domanda generata dalle piccole imprese. In questo articolo sintetizziamo in dieci steps, legati da altrettante variabili, alcune delle profonde modifiche del settore energetico italiano in questo difficile decennio.
Produzione – La produzione di energia è scesa del 18,6% tra il 2008 e il 2018, una flessione di oltre tre punti più accentuata della media dell’Unione europea (-15,3%). Più marcato il calo nella raffinazione di petrolio: -21,7% in Italia, a fronte del -8,9% della media Ue.
Rinnovabili – La quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale di energia sale al 17,4%, sopravanzando il 17% della media Ue e registrando un aumento di 9,1 punti in dieci anni, ritmo di crescita superiore alla media europea (+7,5 punti in Ue a 28).
Consumo ed efficienza energetica – I consumi finali di energia si sono ridotti dell’11,4%; una riduzione più ampia per il settore industriale (-30,6%) e dei trasporti (-18,4%), mentre i consumi salgono del 20,2% nei servizi e dell’1,7% nel domestico. Migliora l’efficienza energetica delle imprese dell’Industria: il rapporto tra consumi di energia e valore aggiunto scende del 19,5%.
Valore aggiunto – È ampia la riduzione di valore aggiunto che, in Italia, si riduce di quasi un terzo (-31,4%) mentre registra un completo recupero (+0,4%) nell’area dell’euro; l’apporto alla crescita economica del settore energetico segna un incremento del 17,7% in Spagna e del 12,6% in Germania mentre si riduce del 13,1% in Francia; nel 2010 la Spagna sorpassa l’Italia per livello del valore aggiunto creato dall’Energia.
Occupati – Nel settore dell’energia e delle utilities l’occupazione sale del 16,2%, grazie al traino dalla componente delle imprese di acqua e rifiuti (+39,5% tra il 2008 e il 2018) mentre registra una ampia flessione (-17,3%) il comparto della produzione di energia elettrica e gas, settore che si mantiene stabile a livello di Eurozona.
Piccole imprese – Il decennio è caratterizzato da un marcato dinamismo nella demografia delle imprese dell’energia che salgono dalle 3.636 unità di inizio 2009 a 12.657 unità a fine 2018. In un settore caratterizzato da una più elevata dimensione media, in dieci anni raddoppia la quota di occupati nelle piccole imprese, che passa dal 10,3% al 21,0%, anche grazia alla spinta data dalle attività di installazione e gestione degli impianti di energia da fonti rinnovabili.
Bolletta energetica – Il saldo del commercio estero dell’energia migliora passando dal -3,6% del PIL del 2008 al -2,4% del 2018. Al calo della produzione nel settore della raffineria si associa una flessione del 12,5% dei volumi esportati di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio. I dieci anni è scesa di 8,4 punti la dipendenza energetica dell’economia italiana, mentre è rimasta invariata nell’Unione europea.
Geopolitica dell’import oil e gas – L’arco del decennio è caratterizzato da forti tensioni geopolitiche da cui conseguono importanti spostamenti di posizione dei paesi fornitori dell’Italia di commodities energetiche: più in generale il Medio Oriente guadagna 20 punti di quota di import, grazie al maggiore peso acquistato da Azerbaigian, Iraq e Arabia Saudita, mentre perde 22 punti l’Africa settentrionale, con la caduta dell’apporto di Libia e Algeria. Nel 2008 la Russia era il nostro terzo fornitore di petrolio e gas naturale, dietro a Libia e Algeria, nel 2018 diventa il primo, davanti ad Algeria e Iraq. Si azzera la quota della Repubblica islamica dell’Iran che, nel 2018, era il nostro settimo fornitore. La quota relativa ai paesi dello Opec scende di 8,5 punti.
Tassazione energetica – Persiste il divario di pressione fiscale tra Italia ed Eurozona, al quale contribuisce una maggiore tassazione energetica: nel nostro Paese il prelievo sulle commodities energetiche è pari al 2,7% del PIL, quasi un punto superiore all’1,8% dell’Eurozona. In dieci anni questa tipologia di tassazione sale di mezzo punto di PIL a fronte di un aumento di 0,2 punti nell’area dell’euro. Con l’escalation degli oneri generali di sistema legati allo sviluppo delle rinnovabili, il prelievo sull’energia elettrica è salito dai 4 miliardi di euro del 2007 ai 14,4 miliardi del 2017, con un aumento di 10,3 miliardi in dieci anni.
Prezzi per le piccole imprese: l’energia elettrica – Grazie alla più favorevole tendenza degli ultimi due anni si è ridotto il gap di prezzo dell’energia elettrica pagato dalle piccole imprese italiane rispetto alla media dell’Eurozona: per un profilo di consumo tra 20 e 500 MWh il divario scende dal 29,0% del 2008 al 10,4% del 2018. Va peraltro evidenziato che in media nel decennio lo spread elettrico è stato molto elevato, pari al 26%, determinando una pesante riduzione di competitività delle piccole imprese italiane, in particolare quelle manifatturiere, esposte alla concorrenza internazionale.
La rubrica su QE-Quotidiano energia.
Energia: 10 anni in 10 variabili
Ultimo dato disponibile – prezzi al netto dell’IVA – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat, Unioncamere-Infocamere, Eurostat, Mise, Aeegsi, Terna
Quota occupazione piccole imprese: Energia elettrica e gas
2006-2016, % totale addetti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Imposta sull’energia elettrica e oneri di sistema sulle energie rinnovabili
2007-2017, miliardi di euro – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Notizie correlate:
Nessun articolo correlato.