16 Gennaio 2019, h. 12:42
STUDI – Brexit senza accordo con UE – Rischi di ricaduta sul sistema Moda che registra +5,7% export nel Regno Unito. Traina +21,7% per Gioielleria, davanti a +5,9% di Abbigliamento e +5,2% di Pelle e Occhialeria
Con la decisione del parlamento inglese di ieri che rigetta l’accordo di recesso negoziato del Regno Unito dall’Unione europea si apre una fase di grande incertezza nelle relazioni commerciali, con maggiori rischi di un ritiro disordinato che costringerebbe il Regno Unito e i 27 Paesi dell’Unione europea a gestire una fase di emergenza. Una Brexit non ordinata potrebbe determinare un periodo di caos alle dogane, deprimendo inevitabilmente i flussi di import/export; le conseguenze su importanti hub come i porti sull’Atlantico dei Paesi dell’Unione europea potrebbero ripercuotersi sull’ordinato flusso commerciale anche da e verso altri mercati.
L’Unione europea esporta verso il Regno Unito 318,1 miliardi di euro – ultimi dodici mesi a settembre 2018 – a fronte di importazioni per 199,0 miliardi. L’Italia esporta per 23,2 miliardi di euro a fronte di 11,2 miliardi di import, con un interscambio pari a 34,4 miliardi di euro; nei settori di Micro e Piccola impresa il made in Italy vale 8,0 miliardi di euro.
L’analisi di dettaglio dei dati di commercio estero evidenzia la rilevanza del mercato inglese per il settore della Moda – per un controvalore di 4,3 miliardi di euro – comparto che contribuisce alla tenuta di tutto il made in Italy verso l’area. Nei primi dieci mesi del 2018 l’export verso il Regno Unito è a ‘crescita zero’, combinazione di un aumento del 3,2% nei settori di MPI e di un calo dell’1,7% negli altri comparti. La performance per l’Italia nei settori di MPI è migliore del +1,8% dell’Olanda, dello 0,7% della Francia e del -1,9% della Germania.
Tra i settori di MPI la Moda registra la migliore performance, con un aumento del 5,7% che migliora decisamente il 2,0% registrato un anno prima. In salita del 5,9% l’Abbigliamento, del 5,2% la Pelle mentre è meno dinamico (+0,3%) il Tessile. In salita del 5,2% l’Occhialeria mentre è in forte crescita +21,7% l’export della Gioielleria, pur in presenza di un calo del -2,2% dei prezzi alla produzione rivolta ai mercati non euro. In chiave territoriale maggiore dinamismo sulla piazza britannica della gioielleria di Alessandria (Valenza Po) e Arezzo. Tra gli altri prodotti di MPI maggiormente esportati nel Regno unito spicca il +12,2% di Altri articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria, +7,5% di Pullover e cardigan, il +5,6% delle Calzature e il +5,5% dell’Abbigliamento esterno confezionato in serie, di sartoria o confezionato su misura.
Sul fronte della domanda di prodotti del Regno Unito i prodotti maggiormente importati dall’Italia sono Autoveicoli, Medicinali e Aeromobili.
Il focus sul grado di esposizione dei territori italiani sul mercato del Regno Unito nei settori di MPI e l’Appendice statistica “Made in Italy manifatturiero nel Regno Unito nel primo semestre 2018 per regione e provincia” (clicca qui per scaricarla) sono gli altri strumenti di analisi disponibili sul portale.
Dinamica made in Italy nel Regno Unito per settori MPI e non, Moda e totale
Primi 9 mesi 2017 e 2018. Var. % rispetto stesso periodo anni precedente – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Dinamica export nel Regno Unito: i principali prodotti dei settori di MPI
Primi 9 mesi 2018 -Var. % rispetto stesso periodo anno precedente – prodotti con quota >3,5% – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Export nel Regno Unito nei settori di MPI: 2007-2018
Anno 2007-2017; 2018: ottobre 2017-settembre 2018 – milioni di euro – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
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