16 Gennaio 2019, h. 20:49
SICILIA – Le piccole imprese siciliane dicono no alla mafia, la storia del palermitano Giuseppe Piraino
Coraggio, orgoglio artigiano e desiderio di legalità, ad ogni costo. Sono queste le caratteristiche principali di Giuseppe Piraino, un giovane imprenditore palermitano che alle minacce della mafia ha risposto con un secco no, registrato con una videocamera nascosta e consegnato poi alle forze dell’ordine. Una denuncia coraggiosa, a difesa della propria azienda e dei propri collaboratori, della propria terra e di un tessuto imprenditoriale che vuole legalità, la prima leva di sviluppo economico per qualsiasi territorio italiano.
“Un giorno, all’interno del mio cantiere si sono presentate delle persone – ha iniziato a raccontare Piraino – In particolare una, che ha fatto un’esplicita richiesta di pizzo. Dopo un paio di incontri, sono riuscito a incontrarlo con una telecamera nascosta, che avevo preventivamente comprato. Mi sono ingegnato per imparare ad usarla e all’appuntamento finale ha fatto una richiesta esplicita di pizzo proprio di fronte alla telecamera, cogliendolo in flagrante. Non sono un eroe, ma il segnale che ho voluto mandare a tutti i miei colleghi imprenditori è quello di farsi avanti e denunciare”.
Una denuncia importante sotto tutti i punti di vista, a cominciare da quello giudiziario. Perché la vicenda di Giuseppe Piraino è stata fondamentale nell’inchiesta che, a fine 2018, ha portato all’arresto di 46 persone nell’ambito dell’operazione “La nuova cupola”, capace di disinnescare una fitta rete mafiosa tra Palermo e il resto della Sicilia.
In questa vicenda, Confartigianato Palermo si è subito schierata al fianco di un suo imprenditore associato, fino a costituirsi parte civile nel processo che vede imputati molti esponenti dell’emergente mafia palermitana.
“Non è la prima volta che Confartigianato si schiera al fianco dei propri associati contro i soprusi della mafia – ha spiegato Giuseppe Pezzati, Presidente di Confartigianato Palermo – Non a caso, infatti, ormai da anni la nostra associazione ha aperto uno sportello antiracket. I piccoli imprenditori sono sicuramente quelli più esposti a questo tipo di minaccia, il coraggio di alcuni imprendi-eroi, come li chiamiamo noi, sicuramente ci dà l’opportunità di sviluppare cultura imprenditoriale. C’è sviluppo economico se c’è cultura, l’unione deve proteggere gli imprenditori che subiscono questi violenti attacchi ed è ancora più importante essere vicino a questi imprenditori quando si spegneranno i riflettori su questa storia. Noi di Confartigianato la pensiamo così”, ha concluso il Presidente Pezzati.
Notizie correlate:
Nessun articolo correlato.