29 Ottobre 2018, h. 00:40
TORINO – Dagli artigiani voto di insufficienza per l’Amministrazione comunale
Giudizio di insufficienza dagli artigiani di Torino per l’Amministrazione comunale. A raccoglierlo è stata Confartigianato Torino con un sondaggio realizzato presso un vasto campione di associati del mondo produttivo locale. «E la valutazione che ne emerge – spiega il Presidente dell’Associazione Dino De Santis – non è sufficiente». I dati raccolti, infatti, parlano chiaro: appena dodici torinesi su cento giudicano ‘positivamente’ il primo biennio dell’amministrazione guidata dal Sindaco Chiara Appendino (M5S). Quasi un intervistato su due non ha concesso nemmeno il ‘6 politico’. E anche per quanto riguarda la «qualità della vita» e le «prospettive future» non va bene. Oltre metà del campione definisce la prima peggiorata (per il 24% decisamente peggiorata), mentre solo poco più di un decimo (11%) vede un futuro roseo all’insegna della crescita.
Troppe, infatti, le decisioni che hanno fatto discutere. Su tutte, lo scarso interesse mostrato dalla Giunta nel caso della candidatura olimpica condivisa con Milano e Cortina, ma soprattutto il capitolo Tav (la stretta sui diesel e la nuova ztl). Per quasi l’80 per cento del campione l’Alta Velocità va infatti portata a termine perché strategica e fondamentale per favorire il traffico delle merci. Sempre in doppia cifra, ma soltanto al 12 e all’11 per cento, c è invece chi la ritiene «superata» o «inutile».
Quanto alle Olimpiadi, invece, tre su quattro degli intervistati ci speravano, eccome, descrivendola come una «opportunità unica per rilanciare l’immagine di Torino e attrarre risorse e investimenti». «Speriamo si arrivi alla consapevolezza che anche nella vita di una città – sostiene De Santis – ci sono treni che passano una volta sola. Il primo (le Olimpiadi) l’abbiamo ormai perso, ma speriamo di non mancare anche il secondo. La Appendino – conclude De Santis – deve scegliere se essere il sindaco di tutti, oppure se vestire gli abiti degli attivisti contrari alla Torino-Lione». Per la «svolta» che bramano artigiani e commercianti, però, c’è bisogno di altro al di fuori della Tav, ovvero gli «investimenti» sul territorio. «Ma serve una regia pubblica – reclamano – in grado di coordinare e valorizzare le iniziative». E poi? «Meno burocrazia e fisco meno asfissiante».
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