3 Ottobre 2018, h. 15:14
STUDI – Big data, volume dati sul cloud a +23% all’anno. Nel 2020 Data economy potrà salire al 3,5% del PIL. Per Italia pesano i gap di 27,6 punti banda ultra larga e di 2 milioni di forza lavoro con alte competenze digitali
La fase di crescita dell’economia italiana è caratterizzata da un aumento degli investimenti delle imprese dei quali una quota rilevante – incentivata dall’iper ammortamento – accresce la digitalizzazione dei processi produttivi. Con maggiore intensità macchinari e impianti – attraverso la sensoristica – sviluppano flussi di grandi quantità di dati che vengono poi raccolti e gestiti da altre applicazioni software gestionali delle imprese. Internet delle cose, insieme ai social media e ai processi tradizionali aziendali sono le fonti di big data, asset chiave della data economy.
L’economia dei dati in Italia vale 28,4 miliardi di euro, con un peso sul PIL dell’1,5% e che nel 2020 potrà arrivare – sulla base di differenti scenari di evoluzione – a pesare tra il 2 e il 3,5% del PIL. Nel 2021 il traffico dati nella Rete per la gestione di servizi cloud nel 2021 sarà 1,8 volte quello del 2018, con un tasso di crescita del 23% all’anno.
Questi dati emergono dal report dell’Ufficio Studi “Big data e creazione di valore per le MPI” presentato venerdì scorso all’evento sui big data organizzato da Lapam Confartigianato Modena e Reggio Emilia nell’ambito di Modena Smart Life 2018. Clicca qui per scaricare la presentazione.
Dal lavoro emerge che il 7,7% delle piccole imprese effettua analisi di big data, circa punto inferiore all’8,6% della media UE. Il 4,9% delle imprese italiane ha investito in tecnologie relative a big data nel triennio 2014-2016 e il 27,9% ha investito in software ed App, anch’esse generatrici di big data: l’installazione di ogni App mediamente raccoglie 6 permessi da parte degli utenti che producono elevati flussi di dati – ad esempio – su localizzazione e spostamenti, abitudini di navigazione e di acquisto, consumo dei media, ai contenuti multimediali condivisi.
La maggiore propensione dell’imprese all’analisi di grandi volumi di dati si riscontra nel settore dell’Ict (+7,1 punti rispetto alla media) e dei Servizi (+1,9 punti).
Cresce la domanda di figure professionali di Data scientist e Data analyst, in un contesto che registra nel nostro Paese un gap con l’UE di circa 2 milioni di forza lavoro con alte competenze digitali. Le piccole imprese, fisiologicamente, internalizzano meno queste competenze, richiedendole al mercato dei servizi offerti dalle imprese digitali, le quali mostrano un ruolo di pivot all’interno delle reti di imprese: nei Servizi digitali le imprese hanno una propensione a partecipare a contratti di rete doppia della media.
La creazione di valore da big data delle imprese italiane può essere penalizzata dal gap di banda ultra larga che nel 2017 in Italia registra una copertura del 52,4% ben 27,6 punti in meno dell’80% della media Ue.
Il lavoro presentato venerdì a Modena esamina, inoltre, la tassonomia e le caratteristiche dei big data ed illustra l’esperienza dell’Ufficio Studi e degli Osservatori in rete di Confartigianato, caratterizzata dall’elevato numero di elaborazione di dati territoriali: sono 86 i lavori pubblicati con analisi di dati regionali e 65 quelli con dati provinciali, a cui si aggiungono 227 pubblicazioni realizzate dagli otto Osservatori in rete. Infine il report esamina il caso dei big data generati dall fatturazione elettronica da cui si producono nuove analisi e nuovi servizi rivolti alle imprese, sia in ambito associativo che nella Pubblica amministrazione, come evidenziato in un nostro recente articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, a firma del Direttore Politiche fiscali di Confartigianato e predisposto con il contributo dell’Ufficio Studi.
Piccole imprese che analizzano big data per Paese
2016 – % imprese con 10-49 addetti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Livello competenze digitali della forza lavoro: UE e principali Paesi UE
Anno 2016. Composizione % forza lavoro che hanno usato internet negli ultimi 3 mesi – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Imprese con contratti di rete per macrosettore
3 maggio 2018. Numero imprese con contratti di rete ogni 10.000 imprese registrate al I trimestre 2018 -Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
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