20 Marzo 2018, h. 17:42
STUDI – Crediti deteriorati in riduzione, ma per Italia peso all’11,8% a fronte del 4,2% dell’UE a 28. Per piccole imprese quota di crediti deteriorati inferiore di 2,2 punti alla media
Il tema dei crediti deteriorati è all’attenzione delle autorità europee. La scorsa settimana la Commissione europea ha proposto un pacchetto di misure per affrontare il problema dei crediti deteriorati in Europa e la Bce ha pubblicato l’addendum che integra le linee guida sui Non-performing loans (NPL), precisando le aspettative di vigilanza dell’Autorità monetaria europea nel valutare i livelli di accantonamento prudenziale di una banca per le esposizioni deteriorate.
La comparazione europea basata sui dati dell’Autorità bancaria europea (ABE) evidenzia che nel terzo trimestre 2017 la quota di prestiti deteriorati – che considera una classificazione armonizzata dei Non-performing loans (NPL) – in Italia è dell’11,8% a fronte di una media UE del 4,2% e superiore al 4,8% della Spagna, al 3,2% della Francia e al 2,1% della Germania. La quota di prestiti deteriorati delle banche italiane è in sensibile calo: era al 15,3% a fine 2016.
Nell’ultima analisi svolta dall’Ufficio Studi di Confartigianato sul mercato del credito alle imprese si evidenzia che per le piccole imprese la quota di crediti deteriorati è del 25,5% e risulta inferiore di 2,2 punti percentuali rispetto al 27,7% della media delle imprese.
A livello regionale in sette regioni risulta deteriorato oltre un terzo dei crediti: Molise (42,4%), Calabria (41,1%), Sardegna (41,0%), Campania (39,2%), Sicilia (39,1%), Basilicata (36,5%) e Puglia (34,2%).
Nel dettaglio si osserva che in quindici regioni le piccole imprese mostrano una quota di crediti deteriorati inferiore a quella media delle imprese e nel dettaglio si tratta di: Molise (-8,4 punti percentuali), Liguria (-8,0 punti p.), Emilia–Romagna (-4,5 punti p.), Sardegna (-4,4 punti p.), Campania (-4,1 punti p.), Marche (-3,5 punti p.), Veneto (-3,2 punti p.), Basilicata e Lazio (-2,5 punti p.), Toscana (-2,3 punti p.), Puglia (-2,1 punti p.), Friuli–Venezia Giulia (-1,7 punti p.), Valle d’Aosta (-1,6 punti p.), Lombardia (-1,5 punti p.) e Calabria (-0,3 punti p.).
In parallelo una piccola impresa, in media nazionale, paga un tasso di interesse effettivo pari al 7,07% superiore di 301 punti base rispetto al 4,06% pagato da una impresa medio-grande. Le regioni in cui le piccole imprese pagano tassi più alti sono: Calabria (9,25%), Sardegna (9,02%), Sicilia (8,60%), Basilicata (8,53%), Puglia (8,53%), Campania (8,43%), Abruzzo (8,20%) e Umbria (8,20%).
Il trend dei prestiti alle imprese e dei tassi di interesse sul territorio viene fotografato nell’Elaborazione Flash “Trend del credito alle imprese artigiane a giugno 2017”. Clicca qui per scaricarla.
Quota dei crediti deteriorati per regione: piccole imprese e totale imprese
Giugno 2017. % crediti deteriorati sui crediti totali. – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato dati Banca d’Italia
Tassi di interesse effettivo a breve termine per le piccole imprese
Giugno 2017. Tassi % – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato dati Banca d’Italia
Costo del credito nelle regioni: spread tra imprese piccole ed imprese medio grandi
Giugno 2017. % crediti deteriorati sui crediti totali, tassi effettivi % e rango. Regioni ordinate per gap crescente di qualità del credito – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato dati Banca d’Italia
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