26 Marzo 2018, h. 13:31
DEBITI PA – Unica soluzione compensare debiti-crediti. Confartigianato su ‘L’Economia’ del Corriere della Sera
Debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese: una storia infinita che fa registrare miglioramenti e battute d’arresto nei tempi del saldo fatture. Tra stop and go, i piccoli imprenditori continuano a ‘soffrire’ e Confartigianato ripropone la ‘ricetta’ che può risolvere il problema alla radice: la compensazione tra debiti e crediti delle imprese nei confronti degli Enti pubblici. A riproporre questa soluzione è Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato, in una dichiarazione rilanciata oggi sull’inserto ‘L’Economia’ del Corriere della Sera. L’articolo dedicato a Confartigianato, firmato da Isidoro Trovato, riporta anche un’intervista a Sauro Vignoni, imprenditore di Ancona socio della Confederazione, il quale punta il dito anche contro i ritardi di pagamento delle grandi aziende private. Se la Pa ti fa aspettare ma prima o poi ti paga, con i privati invece il rischio è di dover attendere e di non avere la certezza del pagamento”.
Di seguito l’articolo sul ‘Corriere della sera
E le imprese vogliono una «compensazione»
Lo scenario migliora. Ma troppo lentamente. E proprio la lentezza è la costante italiana in tema di pagamenti tra aziende e la pubblica amministrazione. «Nonostante qualche miglioramento, c’è ancora molto da fare per garantire alle imprese il diritto ad essere pagate nei tempi stabiliti per legge — ricorda Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato —. La soluzione è semplice e Confartigianato la indica da tempo: si tratta di applicare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori verso la pubblica amministrazione. Equivarrebbe a una iniezione di liquidità e consentirebbe di allentare la morsa in cui si trovano stretti gli imprenditori: clienti morosi da una parte, credito difficile da ottenere dalle banche dall’altra». Uno scenario a doppia velocità per le imprese che lavorano con il pubblico, ma anche con le grandi imprese come succede a Sauro Vignoni, imprenditore di Ancona nel settore della termoidraulica. «I tempi di pagamento con la pubblica amministrazione migliorano ma siamo ancora con una media di 90 giorni che nei casi peggiori arrivano a 120. Per noi che lavoriamo nel settore dell’edilizia pubblica, tra l’altro, c’è un doppio imbuto: prima della fatturazione infatti dobbiamo avere un’approvazione dagli uffici burocratici e questo dilata ancora di più i tempi». Malgrado tutto però, la dinamica peggiore resta quella tra aziende. «Non c’è dubbio — conferma Vignoni — con la pubblica amministrazione aspetti ma sai che prima o poi sarai pagato. Quando lavori con le grandi imprese vieni penalizzato dalla tempistica e non hai nemmeno la certezza del pagamento. Le grandi aziende sanno di agire da una posizione di forza, ti impongono regole e condizioni. E così ritardano i pagamenti e magari ti chiedono anche una fidejussione bancaria a garanzia della consegna dei lavori. Peccato che non ci sia reciprocità in termini di garanzie di pagamento: basta un concordato per vedere andare in fumo ogni speranze di incassare il dovuto. Noi che gestiamo commesse anche da milioni di euro rischiamo la chiusura ogni volta. È vero, sono state introdotte anche norme che disciplinano i rapporti tra imprese ma è stata aggiunta una frase, salvo diversi accordi tra le parti, che permette sempre alle grandi imprese di derogare alle regole a svantaggio delle piccole imprese».
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