15 Dicembre 2016, h. 11:54

STUDI – Nel 2016 +1,2% made in Italy in settori di piccola impresa, ritmo doppio della media manifatturiera (+0,6%) e conferma del massimo storico del 7,1% del PIL

Nei primi nove mesi del 2016 le esportazioni nei settori a maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (MPI) sono salite dell’1,2%, ad un ritmo doppio rispetto alla media del manifatturiero (+0,6%). In rapporto al PIL il made in Italy nei settori di MPI si consolida al 7,1% del PIL, confermando il massimo storico raggiunto.

Tra i settori di MPI – nove comparti in cui la quota degli occupati in imprese con meno di 50 addetti è superiore al 60% – si registra un maggiore dinamismo per il Legno (+5,4%), seguito dai Prodotti alimentari (+3,4%), Mobili e Articoli di abbigliamento (entrambi con +1,6%), Prodotti tessili (+1,5%). Aumento inferiore alla media per Articoli in pelle (+0,8%), mentre sono stazionarie le vendite all’estero per Prodotti delle altre industrie manifatturiere e segnano un discesa i Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature (-1,2%).

La crescita delle vendite del made in Italy nei settori di MPI nel Mondo sono il risultato di un aumento dell’1,9% nelle Economie avanzate e una diminuzione dello 0,8% delle Economie emergenti. Nel complesso l’area geografica più dinamica è l’Unione europea 28 (+2,5%), mentre sono stazionarie l’America (0,3%) e Paesi europei non Ue (0,0%); in calo Asia (-0,7%) mentre cede l’Africa (-5,7%). Nel dettaglio tutti i maggiori mercati sono in crescita, mentre i cali più ampi si riferiscono a mercati minori. Tra i primi 20 mercati si osserva un maggiore dinamismo con tassi di crescita più che doppi rispetto alla media in Repubblica ceca (+10,4%), Grecia (+8,3%), Polonia (+6,2%), Romania (+5,2%), Giappone e Spagna (entrambi con +4,9%) e Corea del Sud (+3,5%). Sono in territorio negativo le vendite in Belgio (-0,3%), Paesi Bassi (-1,1%) e Hong Kong (-2,1%) mentre i mercati più cedenti risultano quelli di Turchia (-6,8%) e degli Emirati Arabi Uniti (-8,5%). La comparazione evidenzia che nel 2016 si ferma la caduta del mercato russo che in un triennio ha cumulato una riduzione del 40,5% dell’export nei settori di MPI.

In chiave territoriale tra le regioni con una quota superiore al punto percentuale la miglior performance dell’export nei settori di MPI si registra in Trentino-Alto Adige con +7,5%, seguito da Lazio          con +7,0%, Puglia con +4,8%, Abruzzo con +3,2%, Lombardia con +3,1%, Emilia-Romagna con +2,7%, Umbria con +1,9% e, sotto alla media, il Veneto con +0,9%. In controtendenza Toscana (-1,1%), Campania (-1,2%), Piemonte (-1,6%), Marche (-2,4%), Friuli-Venezia Giulia (-2,8%).

Nei territori provinciali – sempre selezionando quelli con una quota superiore al punto percentuale – il maggiore dinamismo lo registriamo a Roma (+15,5%), seguita da Venezia (+9,5%), Bolzano (+8,0%), Milano (+6,2%), Parma (+6,0%), Firenze (+5,2%), Piacenza (+5,0%), Bergamo (+4,9%), Padova (+4,4%) e Prato (+4,3%).

L’analisi con i dati completi per regione e provincia nell’Elaborazione Flash “Nel 2016 si conferma ai massimi storici il made in Italy nei settori di MPI”. Clicca qui per scaricarla.

 

 

Export di MPI negli ultimi 20 anni- Nel 2016 si conferma il massimo storico

(1997-2016 – % sul PIL – export e PIL a valori corretti nei primi tre trimestri dell’anno – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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Dinamica export di MPI nei nove mesi del 2016 per regione

(Gen-set 2016 – Var. % tendenziale cumulata export settori con quota addetti in MPI >60% – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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 Dinamica export di MPI nei nove mesi del 2016: le prime 20 province

(Gen-set 2016 – Var. % tendenziale cumulata export settori con quota addetti in MPI >60% – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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