14 Settembre 2016, h. 12:55
MODA – Al via la rivoluzione delle ‘etichette parlanti’ per tutelare il 100% made in Italy
Basta con le brutte sorprese. I capi d’abbigliamento ora ‘parlano’ e ai consumatori dicono tutta la verità su dove, come e da chi sono stati realizzati. La novità delle ‘etichette parlanti’ ha debuttato ufficialmente il 6 settembre a Milano, durante Origin Passion and Beliefs, il Salone dedicato ai produttori italiani nel settore dell’accessorio fashion organizzato da Fiera di Vicenza e che dal 6 all’8 settembre si svolge in concomitanza a Milano Unica.
Le ‘etichette parlanti’ sono un progetto-pilota della Regione Veneto all’insegna della tracciabilità che porta la firma di Confartigianato Moda Veneto. Lo ha realizzato insieme con Cna, Confindustria e Confesercenti sezioni moda, con il sostegno delle Associazioni dei consumatori (Adoc, Adiconsum, Federconsumatori, Lega Consumatori e Unione nazionale consumatori del Veneto), sposato dall’Assessorato regionale allo Sviluppo Economico e Tutela del Consumatore con il coinvolgimento di Unionfiliere che certifica le linee produttive con il suo sistema Tf, e Unioncamere del Veneto.
Uno spiegamento di forze importante per dare vita ad una ‘rivoluzione’ nella manifattura italiana. L’obiettivo consiste nel tutelare i produttori di capi d’abbigliamento, i consumatori, la qualità del 100% made in Italy.
“Il progetto delle etichette parlanti può dare lustro alla produzione made in Italy di qualità – ha sottolineato Giuliano Secco, presidente di Confartigianato Moda Veneto – Finalmente possiamo far emergere la qualità della nostra produzione grazie a questa certificazione tecnologica. Oggi è troppo facile incappare in un capo contraffatto, marchiato made in Italy ma prodotto chissà dove, senza rispettare le tecniche di lavorazione e le leggi italiane. Con questa nuova tecnologia, invece, garantiamo al committente e ai consumatori un prodotto realmente fatto in Italia, rispettando le regole del nostro Paese”, ha aggiunto Secco.
L’etichetta parlante punta tutto sull’innovazione digitale: grazie ad un’applicazione creata ad hoc, basterà avvicinare il telefonino ad un paio di jeans o a una camicia e i consumatori sapranno dove è stata prodotta la stoffa, dove è stata colorata o trattata, in quale posto è stata tagliata e cucita, dove è stata assemblata. I vantaggi sono numerosi per tutti: il cliente saprà esattamente cosa acquista mentre il produttore potrà valorizzare la qualità del suo prodotto e approfittare del contatto con il consumatore finale per azioni di marketing e per espandere così il suo mercato.
La ‘rivoluzione’ voluta da Confartigianato Moda del Veneto è un’arma potente per valorizzare il vero made in Italy e combattere il mercato del falso che ci costa 7 miliardi l’anno, distrugge imprese e occupazione e danneggia i consumatori. “Accogliamo con grande interesse qualsiasi strumento o tecnologia ci permetta di essere maggiormente informati – ha spiegato Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori – Ecco perché diamo un giudizio positivo, molto positivo, al progetto delle etichette parlanti che dà ai consumatori la consapevolezza di ciò che acquistano, da dove arrivano le materie prime, dove, come e da chi è stato assemblato”. La tecnologia digitale è il cuore del progetto. Chi aderirà al progetto non dovrà acquistare alcun software perchè sarà tutto open source e l’applicazione si scaricherà in cloud. Gli strumenti successivi saranno il QRcode per leggere l’etichetta e la tecnologia più avanzata dell’NCF o dell’RFID.
L’abbigliamento è il primo settore a sperimentare l’etichetta parlante. Il progetto pilota riguarderà una ventina di aziende della moda del Veneto. Ma può essere allargato ad altri settori produttivi del made in Italy: pelle, oreficeria, legno fino all’agroalimentare.
Clicca qui per guardare il servizio del TG@ di Confartigianato sulle etichette parlanti.
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