18 Agosto 2016, h. 16:00

INNOVAZIONE – Artigiani protagonisti dell’’Internet delle cose’ con 800mila imprese e 2 milioni di addetti

Si chiama IoT, acronimo di Internet of Things (Internet delle cose), ed è il nuovo mondo delle cose ‘intelligenti’. Si tratta dell’ultima frontiera delle tecnologie digitali e, in pratica, indica tutti gli oggetti che ci circondano, dagli elettrodomestici ai mezzi di trasporto fino ai macchinari industriali, che prendono vita, diventano ‘intelligenti’ e grazie alla ‘Rete’ comunicano con altri dispositivi, raccolgono informazioni e forniscono indicazioni su come migliorare la nostra vita quotidiana.

Una rivoluzione che riguarda tutti, consumatori e imprenditori, e trasforma profondamente gli stili di vita, i comportamenti delle persone, ma anche i prodotti e i processi produttivi. E così si aprono nuove opportunità per il business delle imprese. Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato nel 2020 in Italia i ricavi di IoT sono valutati al 5,4% del PIL e tra il 2014 e il 2020 il mercato degli oggetti connessi in rete nel nostro Paese crescerà ad un tasso medio annuale del 20,4%.

L’artigianato e le piccole imprese sono già protagonisti dell’Internet delle cose. L’Ufficio studi di Confartigianato ha calcolato che le imprese digitali – che conoscono ed utilizzano almeno una tecnologia digitale – sono il 29,6% del totale delle micro e piccole imprese fino a 20 addetti.

Il lavoro artigiano è fortemente coinvolto nei cambiamenti del sistema produttivo determinati dalla connettività degli oggetti. Tra i settori maggiormente interessati dall’Internet of Things vi sono il manifatturiero, il trasporto e la logistica, l’autoriparazione e l’impiantistica (interessata dallo sviluppo della domotica) in cui operano 800.305 imprese artigiane con 2.077.433 addetti che rappresentano il 73,6% dell’occupazione dell’artigianato; nei settori IoT oriented operano 1.160.746 micro e piccole imprese con meno di 20 addetti.

A livello territoriale, il maggior tasso di addetti artigiani nei settori interessati dallo sviluppo dello IoT sul totale dell’occupazione dell’artigianato si registra in Toscana con il 79,1%, Secondo posto per il Veneto (76,7%), tallonato dalla Lombardia (76,5%) e dalle Marche (76,0%). La classifica provinciale vede in testa Prato (con l’86,0% dell’occupazione totale), seguita da Firenze (82,3%), Fermo (82,1%), Arezzo (80,6%), Monza e Brianza (80,1%), Vicenza (79,4%), Lecco (79,1%), Reggio Emilia (78,6%), Pisa (78,2%) e Alessandria (77,9%).

L’analisi dei risultati dell’indagine “Manifattura digitale, Innovazione e Subfornitura” e i dati per regione e provincia delle imprese artigiane nei settori IoT nell’11° Rapporto annuale “L’economia ibrida, valori artigiani e tecnologie digitali” per l’Assemblea Confartigianato 2016. Clicca qui per scaricarlo.

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