19 Maggio 2016, h. 16:41
STUDI – I driver del recupero del mercato del lavoro: occupazione dipendente (+2,0%), uomini (+1,5%), senior 55 anni ed oltre (+9,0%) e stranieri (+7,6%). Meglio Centro-sud (1,8%) del Nord (0,9%)
Il mercato del lavoro registra segnali di miglioramento e in particolare, sulla base dei dati mensili dell’Istat, si registra una significativa crescita degli occupati rispetto al minimo di settembre 2013. I dati diffusi ieri dall’Inps evidenziano che nel primo trimestre del 2016 le assunzioni attivate da datori di lavoro privati segnano una riduzione del 12,9% sul primo trimestre 2015, concentrata nei contratti a tempo indeterminato (-33,4%). Il calo delle assunzioni a tempo indeterminato nei primi mesi dell’anno – come già evidenziato in diverse recenti analisi, tra cui quelle di Ufficio Parlamentare Bilancio e Banca d’Italia – è fortemente condizionato dall’incremento registrato negli ultimi mesi del 2015 determinato dal beneficio pieno degli incentivi legati all’esonero contributivo triennale che ha determinato una consistente riduzione del cuneo fiscale. Nel dettaglio si registrano i picchi delle assunzioni proprio nei due mesi di gennaio 2015, primo mese di validità dell’incentivo, e dicembre 2015, ultimo mese dell’incentivazione massima.
Se allarghiamo l’orizzonte temporale della valutazione e prendiamo in considerazione la media degli ultimi quattro mesi – dicembre 2015-marzo 2016 – le assunzioni salgono del 4,9%; se aggiungiamo anche novembre 2015, nella media degli ultimi cinque mesi le assunzioni sono in salita del 7,9%. Analoghe considerazioni possono essere sviluppate in relazione alla contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato, in calo del -31,4%, ma a dicembre 2015 se ne sono registrate 151.822, più di tre volte le 27.201 trasformazioni di dicembre 2014.
La combinazioni di assunzioni e cessazioni fa registrare per il trimestre gennaio-marzo 2016 un saldo positivo di 241.000 unità, che rimane comunque inferiore a quello del corrispondente trimestre del 2015 (+326.000), e la differenza è determinata dalle posizioni di lavoro a tempo indeterminato.
Potremo consolidare le valutazioni sulle tendenze dell’occupazione dopo aver superato i ‘gradini ‘ determinati dalle diverse intensità di incentivazione del lavoro dipendente a tempo indeterminato. Un utile analisi sulla differenze tra le tendenze emergenti dai dati amministrativi di fonte Inps e quelli derivanti dall’indagine campionaria dell’Istat è proposta dalla Corte dei conti (Riquadro 2 pag. 45).
Proseguiamo l’analisi sul mercato del lavoro soffermandoci sui dati trimestrali dell’Istat per esaminare le tendenze nei diversi segmenti di occupati nell’attuale fase di recupero del mercato del lavoro. Tra il minimo registrato nel primo trimestre del 2014 – per l’analisi abbiamo valutato le medie mobili a quattro termini che riducono la variabilità rispetto ai dati puntuali – e il quarto trimestre del 2015 l’occupazione sale complessivamente dell’1,3% (+299 mila unità); l’aumento è completamente determinato dalla crescita del 2,0% del lavoro dipendente (+331 mila unità) a fronte di una riduzione dello 0,6% del lavoro indipendente (-32 mila unità). La maggiore crescita dell’occupazione dipendente è stata favorita dalla riduzione del cuneo fiscale e dalla riforma del mercato del lavoro introdotta con il Jobs act anche se vanno mantenuti criteri prudenziali nelle valutazioni considerato il maggiore dinamismo su base tendenziale degli occupati dipendenti a tempo determinato che crescono del 9,2% (+200 mila unità) rispetto a quelli a tempo indeterminato che salgono dello 0,9% (+131 mila unità).
Complessivamente l’occupazione a tempo pieno sale dello 0,6% (+117 mila unità) e quella a tempo parziale del 4,6% (+182 mila unità); nel dettaglio tra i dipendenti cresce maggiormente l’occupazione a tempo parziale (+5,8%, pari a +184 mila unità) rispetto al tempo pieno (+1,1%, pari a 147 mila unità) mentre tra gli indipendenti calano del 0,6% gli occupati a tempo pieno (-32 mila unità) mentre sono più stabili quelli a tempo parziale (-0,2%, pari a 2 mila unità).
La crescita dell’occupazione segna un maggiore ritmo per gli uomini, in salita del 1,5% (+194 mila unità) rispetto al +1,1% delle donne (+105 mila unità). Persistono elementi di dualismo generazionale, su cui agisce il mix dell’invecchiamento demografico e le modifiche all’età di pensionamento: mentre l’occupazione dei giovani under 35 anni si riduce dell’1,8% (-91 mila unità) quella dei lavoratori senior con 55 anni ed oltre sale dell’11,9% (+444 mila unità), mentre è stabile il segmento intermedio dei lavoratori tra 35 e 54 anni (+0,4% per 52 mila unità in più).
L’occupazione degli stranieri aumenta del 7,6% (+167 mila unità) mentre per gli italiani sale dello 0,7% (+132 mila unità). L’analisi per territorio segna una più elevata crescita dell’occupazione nel Centro (+2,2%), seguito dal Mezzogiorno (+1,5%), Nord Ovest (+1,2%) e Nord est (+0,6%); complessivamente gli occupati nel Centro-sud (+1,8%) crescono ad un ritmo doppio di quelli del Nord (+0,9%).
Tendenze dell’occupazione e del mercato del lavoro nell’artigianato nel rapporto “Verso un nuovo modello contrattuale. Il mercato del lavoro nell’artigianato”, presentato alla Convention Servizi 2016 – clicca qui per scaricarlo.
Nuovi rapporti di lavoro attivati per mese – anni 2014, 2015 e 2016
(Gennaio 2014-marzo 2016 – migliaia – lavoratori dipendenti privati ed enti pubblici economici, esclusi lavoro domestico e agricolo – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Inps)
Occupati in Italia: la fase di recupero del mercato del lavoro
(I 2014- IV 2015; media mobile a quattro termini – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Inps)
Recupero del mercato del lavoro: trend dei diversi segmenti del mercato del lavoro
(Var. % tra minimo I 2014 e IV 2015; media mobile a quattro termini – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)
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