8 Aprile 2016, h. 16:14
ANAP – L’ANAP e la FIAPA insieme nella lotta contro le truffe agli anziani
L’ANAP Confartigianato Persone e la FIAPA, la Federazione internazionale delle associazioni della terza età, hanno organizzato il convegno “Abusi, truffe e maltrattamenti alle persone anziane: educazione, prevenzione, dissuasione e repressione” per rilanciare la battaglia contro le truffe e i reati agli anziani, che, in Italia, l’ANAP sta portando avanti ormai da anni.
“Il risultato che vogliamo raggiungere è quello della sicurezza e della tranquillità per chi ha dato tanto a questo Sistema Italia – ha spiegato Giampaolo Palazzi, Presidente di ANAP Confartigianato persone – I nostri anziani avrebbero la necessità di vivere gli ultimi anni della propria vita in tranquillità. Non chiediamo la luna ma soltanto di essere sereni nelle nostre case e nelle nostre città. Bisogna far capire ai nostri anziani che prima di parlare, di aprire il cancelletto o la porta di casa a persone che non si conoscono, è meglio diffidare e telefonare alle Forze dell’ordine”.
Oggi, l’Associazione pensionati di Confartigianato vuole alzare il tiro e portare questa battaglia a livello europeo, per creare una vera e propria rete internazionale di difesa di quella che, a tutti gli effetti, è la fascia più vulnerabile della società: gli anziani. Per farlo, l’ANAP ha fatto squadra con la FIAPA per studiare una legislazione unica comunitaria, che difenda gli anziani dai truffatori e che, soprattutto, riporti gli anziani al centro della società moderna, lontano dalla solitudine delle proprie case, dei centri di cura e delle malattie degenerative, mali sempre più diffusi nella nostra società.
“La FIAPA lavora molto sulla lotta alla solitudine, sull’architettura di case di riposo sempre più a misura di anziano ma, soprattutto, sul sempre più necessario cambio di paradigma culturale che non veda più l’anziano come una persona malata ma come una risorsa da coinvolgere nella vita sociale – ha aggiunto Alain Koskas, Presidente di FIAPA – C’è un grosso lavoro da fare in termini di formazione e di educazione per favorire questo cambiamento culturale”.
Grazie al contributo di medici, esperti e dei rappresentanti delle principali associazioni francesi della terza età, durante il convegno sono state presentate le posizioni e le iniziative adottate in Europa per contrastare questa tipologia di reati che, in Italia, l’ANAP sta contrastando anche grazie alla collaborazione della Direzione centrale della Polizia criminale del Ministero dell’Interno.
“L’attività che stiamo svolgendo con le associazioni di categoria come l’ANAP è importantissima – ha spiegato Maria Teresa Sgaraglia, Direttore Analisi servizio criminale della Direzione centrale Polizia Criminale del Ministero dell’Interno – Perché abbiamo potuto formalizzare dei consigli in un manuale che è stato distribuito presso i centri di aggregazione, dove sono elencati utili consigli su cosa fare e su cosa non fare in casi di tentativi di truffa. E’ un lavoro importantissimo questo, perché sono suggerimenti stilati in base all’esperienza concreta e quotidiana sul territorio delle Forze dell’ordine – ha poi aggiunto – Perché tengono conto di fatti realmente accaduti e sono ispirati soprattutto alla prudenza. Quello che vogliamo fare, infatti, è sensibilizzare gli anziani su quanto sia importante autodifendersi ed essere prudenti. Nel dubbio, quando si avvicina qualcuno che non conosciamo, è meglio chiamare immediatamente le Forze dell’ordine”.
Questa battaglia, però, è soprattutto culturale, che fa leva sul supporto delle famiglie e sulla forza delle vittime di superare la vergogna nel denunciare questo tipo di reati. “Spesso gli anziani si vergognano di dire che stanno soffrendo, di dire che stanno subendo qualche forma di abuso, anche all’interno della famiglia – ha concluso Nunzia Alessandra Schirilò, Vicequestore aggiunto della IV sezione della Squadra mobile della Polizia di Stato di Roma – Abbiamo avuto testimonianze di storie di coppie sposate. Una, ad esempio, con il marito di 80 anni e la moglie di 60. L’80enne si vergognava di dire al figlio che la moglie lo lasciava senza mangiare, da solo in casa, oltre a tutta una serie di soprusi che era costretto a subire. Il figlio, però, capiva che c’era qualcosa che non andava, perché il padre piangeva spesso, situazione che lui legava a problemi fisici. Non era così, però. Quando si percepisce il sentore di qualcosa di simile, allora, è meglio fare una telefonata in più alle Forze dell’ordine o un tentativo con sezioni specializzate come la nostra, piuttosto che non fare nulla”.
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