14 Marzo 2016, h. 14:45
LAVORO – Le Confederazioni artigiane e Cgil, Cisl, Uil aprono il tavolo di confronto sulla riforma contrattuale
Cambia l’economia, cambiano le imprese e anche per i contratti di lavoro si apre una stagione di rinnovamento. Il 9 marzo, nella sede di Confartigianato, i vertici delle Confederazioni artigiane e i leader di Cgil, Cisl e Uil hanno dato il via al confronto sulla riforma del modello contrattuale che parte da un documento di proposte presentato dai Sindacati.
Il Presidente Giorgio Merletti ha parlato a nome delle altre sigle d’impresa e ha messo subito in chiaro che l’originalità della contrattazione nell’artigianato non si tocca: vanta una lunga storia e, nel 2004, ha già saputo rinnovarsi dando vita a 2 livelli contrattuali, nazionale e territoriale, di pari cogenza.
Non si parte da zero, quindi, ha tenuto a precisare Merletti. E se ora bisogna evolvere, occorre farlo a precise condizioni e con l’obiettivo di sostenere le potenzialità di un sistema di imprese maggioritario nel Paese ed espressione dell’autentico made in Italy. Quindi, va rispettata la specificità del modello artigiano e difesa l’autonomia del tavolo, deve essere valorizzato il secondo livello di contrattazione per dare risposte ‘su misura’ alle diverse esigenze dei territori italiani e bisogna spingere sulla buona pratica della bilateralità.
Il Presidente di Confartigianato si è poi detto disponibile ad una drastica riduzione del numero dei contratti nell’artigianato che interessano oltre 1.300.000 lavoratori, ma che, ha aggiunto, dovranno poter essere applicati anche alle piccole imprese.
“Noi – ha affermato Merletti – non chiediamo compromessi, chiediamo sintesi. La crisi ci ha cambiato notevolmente, anche nelle relazioni industriali. Ma non ci ha cambiato nell’animo e oggi ho percepito che abbiamo voglia di fare e di costruire qualcosa di utile per le nostre imprese e i nostri collaboratori”.
Dai Sindacati è arrivato un primo sì alle indicazioni avanzate dal Presidente Merletti. In particolare, Susanna Camusso, Segretario Generale della Cgil, si è detta d’accordo sulla necessità di non buttare a mare il modello di contrattazione costruito in questi anni. “Non abbiamo mai pensato – ha sottolineato – di cancellare ciò che abbiamo alle spalle. Anzi, rivendichiamo orgogliosamente che le tante cose fatte anche durante la crisi hanno tenuto insieme coesione sociale, difesa dell’occupazione e della nostra attività produttiva. Quindi non abbiamo alcuna tentazione di rinnegare il passato e pensiamo che chi continua a dire che bisogna stravolgere tutto non ha proprio idea di cosa significa difendere e regolare la contrattazione. Certo – ha aggiunto Susanna Camusso – c’è sempre bisogno di vedere come si possa migliorare il modello contrattuale che è sempre la sintesi tra le necessità delle imprese e la nostra rivendicazione di migliorare le condizioni dei lavoratori. Quindi questa sintesi deve sempre evolvere in ragione dell’evoluzione dei modi di produrre di produrre, della propensione all’export, dei cambiamenti e delle innovazioni, guidandole positivamente”.
Da parte sua Gigi Petteni, Segretario Confederale della Cisl, ha riconosciuto l’importanza del settore artigiano e dello strumento della bilateralità. “La bilateralità deve essere uno strumento in grado di dare risposte a imprenditori e lavoratori. Ma possiamo anche innovarla, accettando sfide come la formazione. Le nostre imprese dovranno digitalizzarsi, fare salti di qualità e, per questo, dobbiamo investire molto sulla formazione congiunta tra imprenditori e dipendenti. In questo senso, la bilateralità può svolgere un ruolo importante perché è il luogo in cui si rafforzano la responsabilità e la condivisione e noi ne abbiamo molto bisogno perchè si esce dalla situazione di crisi insieme, non ognuno per proprio conto”.
Il prossimo appuntamento del tavolo è stato fissato per il 24 marzo quando si inizierà a definire i singoli temi oggetto del confronto.
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