1 Marzo 2016, h. 12:15

COMUNICATI – La via italiana alla manifattura digitale esalti biodiversità di piccole imprese

industrie4slider_itit“La rivoluzione industriale 4.0 è l’occasione per far compiere a tutta la nostra manifattura un deciso salto di qualità, a patto che esalti i punti di forza e la complessità espressa da artigiani e piccole imprese e non si riduca all’applicazione indiscriminata di standard definiti altrove e per sistemi produttivi completamente diversi da quelli italiani”.

E’ l’indicazione espressa da Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato, intervenuto oggi ad un’Audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera su ‘Indagine conoscitiva sulla rivoluzione industriale 4.0: quale modello applicare al tessuto industriale italiano. Strumenti per favorire la digitalizzazione delle filiere industriali nazionali”.

“Il modello da applicare in Italia – ha sottolineato Fumagalli – deve essere aderente alla biodiversità produttiva del nostro Paese in cui prevalgono gli artigiani e le micro e piccole imprese. Quello italiano è un sistema imprenditoriale unico al mondo, in cui il 99,4% delle imprese sono micro e piccole, con meno di 50 addetti, estremamente articolato, ricco di antica tradizione produttiva, ma al tempo stesso fortemente pervaso di creatività e di spinta alla continua innovazione”.

“Il sistema delle MPMI artigiane – rileva il Segretario Generale di Confartigianato – ha ormai da anni ibridato i propri processi produttivi con il mondo dei makers, accostando tecnologie digitali e saper fare artigiano e producendo risultati di grande rilievo. L’incontro tra artigiani e makers disegna uno scenario, assai solido nei numeri e nelle prospettive, di digitalizzazione della manifattura complementare al modello ‘alla tedesca’”.

A giudizio di Confartigianato, la via italiana alla manifattura digitale passa dall’investimento sulle competenze e sulla riqualificazione del capitale umano non come problema ma come opportunità; dal riconoscimento, anche in termini di politiche pubbliche, dell’innovazione basata sulla sperimentazione creativa e l’innovazione incrementale; dal sostegno ai processi di innovazione aperta e non gerarchica e di produzione collaborativa; dallo sviluppo di strumenti per l’intermediazione intelligente fra saper fare e innovazione, ossia fra artigiani nuovi e tradizionali e portatori di nuove soluzioni e di nuove visioni.

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