18 Febbraio 2016, h. 17:20

CONCORRENZA – Regione Lombardia al fianco degli artigiani contro nuove regole in Canton Ticino

regione lombardia“La norma che obbliga i piccoli artigiani italiani che vogliono lavorare in Canton Ticino a iscriversi all’albo delle imprese artigiane dello stesso Cantone alle condizioni restrittive e onerose che tale iscrizione impone sarà posta all’ordine del giorno dell’incontro, previsto ai primi di marzo, con Norman Gobbi, consigliere di Stato e direttore del Dipartimento delle istituzioni del Canton Ticino”. Lo ha affermato il Sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia con delega all’Attuazione del Programma, Alessandro Fermi, confermando di avere condiviso questa linea con il Governatore Maroni. “Questa inaccettabile novità – ha spiegato Fermi – sembra proprio nata con l’obiettivo di ridurre la presenza delle nostre imprese artigiane sul mercato svizzero e contrasta con il diritto alla libera circolazione. Le imprese artigiane non saranno lasciate sole: chiederemo ai vicini di casa di cancellare o quanto meno rivedere questa legge. In caso contrario saremo costretti ad adottare analoghe azioni penalizzanti e discriminatorie anche per i cittadini ticinesi che, a vario titolo, si recano nel territorio lombardo”.

Apprezziamo l’intervento di Regione Lombardia a tutela dei lavoratori lombardi, anche in seguito alla nostra segnalazione della situazione che la legge sta creando tra le imprese artigiane dei territori limitrofi al Canton Ticino – afferma il presidente di Confartigianato Lombardia Eugenio Massetti – e ci auguriamo che, anche grazie al supporto delle istituzioni regionali, la questione possa trovare rapidamente una soluzione soddisfacente per le nostre imprese”.

Fermi ha evidenziato anche un possibile contrasto tra la Legge Imprese artigiane e la Legge nazionale sul riconoscimento dei titoli di studio esteri in Svizzera, in merito alla condizione che prevede il possesso di un titolo di studio professionale specifico per il settore in cui si opera per potersi iscrivere all’albo. “Percorreremo ancora una volta la strada del dialogo – ha concluso Fermi – anche se devo nuovamente riconoscere con grande amarezza che il Canton Ticino intraprende troppo spesso iniziative che ledono gli interessi dei lavoratori italiani, senza cercare a monte una mediazione con l’Italia”.

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