26 Gennaio 2016, h. 11:57
Italia più semplice: il Governo va all’attacco della burocrazia
Un’Italia più semplice per cittadini e imprenditori e guerra ai dipendenti pubblici fannulloni che falsificano la presenza al lavoro. Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, l’aveva promesso ai rappresentanti di Confartigianato e di Rete Imprese Italia riuniti a Roma lo scorso 3 novembre. E ora arriva il primo pacchetto di misure per far funzionare meglio la macchina dello Stato.
Il 20 gennaio, infatti, il Governo ha presentato 11 decreti attuativi della riforma della Pubblica amministrazione. Si va dalla cittadinanza digitale al taglio delle società pubbliche partecipate, alla riduzione dei tempi burocratici per gli investimenti. Fino al provvedimento che ha fatto più discutere, vale a dire i licenziamenti-lampo per i dipendenti pubblici assenteisti, ribattezzati i ‘furbetti del cartellino’.
Se non si può ancora parlare di una rivoluzione, sembra comunque che il Governo voglia mettercela tutta per combattere il mostro della burocrazia che, calcola Confartigianato, costa agli imprenditori 31 miliardi l’anno. E così, la SCIA, la segnalazione certificata di inizio attività, potrà essere presentata, anche on line, con un modulo standard, valido in tutta Italia, presso un unico ufficio. E l’amministrazione non potrà richiedere altri documenti, pena sanzioni disciplinari per i responsabili della PA.
Contro la burocrazia c’é anche il regolamento che dimezza i tempi per autorizzare opere pubbliche, insediamenti produttivi e attività imprenditoriali rilevanti.
Il ‘Codice delle procedure’, poi, ha l’obiettivo di semplificare la vita di cittadini e imprese, mettendo nero su bianco quali sono le pratiche da sbrigare.
In arrivo nuove regole anche per i servizi pubblici locali: l’obiettivo è quello di ridurre da 8.000 a 1.000 il numero delle aziende pubbliche partecipate e di aprire spazi al mercato.
Novità per tutti i cittadini arriveranno con il Codice dell’amministrazione digitale. Secondo il Premier Renzi, entro la fine del 2017, ogni italiano avrà il proprio domicilio digitale, vale a dire un recapito elettronico con un Pin unico per gestire on line comunicazioni e servizi con tutte le pubbliche amministrazioni.
E sempre sul fronte digitale sarà liberalizzato il diritto di accesso agli archivi pubblici e il cittadino avrà diritto a ricevere i dati richiesti senza obbligo di motivazione entro 30 giorni.
Ora i decreti presentati il 20 gennaio andranno in Parlamento per ricevere pareri non vincolanti e, in circa 3 mesi, torneranno al Consiglio dei Ministri per il via libera finale. Poi l’attenzione del Governo si concentrerà sull’altra metà della riforma ancora da attuare.
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