9 Novembre 2015, h. 18:31
La Legge di stabilità taglia le tasse: per le piccole imprese effetto positivo da 2,5 miliardi
Stavolta le promesse potrebbero avverarsi. Gli annunci del Presidente del Consiglio Matteo Renzi di tagliare le tasse alle imprese ora sono scritti nero su bianco nelle misure della Legge di stabilità varata dal Governo il 15 ottobre e in questi giorni all’esame del Senato. Fatti due conti, tra sgravi, tagli e incentivi fiscali, l’effetto positivo per le piccole imprese è di 2,5 miliardi. I calcoli sono di Confartigianato sulla base di 6 provvedimenti che impattano proprio su artigiani e piccoli imprenditori.
Il maggior beneficio arriverà dalla riduzione dell’aliquota Ires che passa dal 27,5 al 24 per cento. Un taglio che per le piccole imprese vale 921 milioni. La conferma dei bonus per le ristrutturazioni edili e l’efficientamento energetico degli edifici produrrà un altro vantaggio pari a 553 milioni. E ancora, valgono 414 milioni le agevolazioni fiscali e contributive del nuovo regime forfettario per i cosiddetti contribuenti minimi. Altri 310 milioni con gli incentivi per acquistare nuovi macchinari, mentre la riduzione del peso dell’Irap farà risparmiare 180 milioni. Infine vale 126 milioni la possibilità per le piccole imprese coinvolte in fallimenti di recuperare immediatamente l’Iva all’apertura della procedura concorsuale.
Il conto finale, pari a 2.543 milioni, è di tutto rispetto.
Lo ha sottolineato il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, intervenuto a nome di Rete Imprese Italia, all’audizione svoltasi il 2 novembre in Senato proprio sulla Legge di Stabilità: “Sono state recepite – sottolinea – parecchie delle nostre richieste. Una per tutte l’innalzamento della franchigia Irap, ma anche i bonus per le ristrutturazioni edili. Ci sono cose molto interessanti”.
Ma il leader degli artigiani non si accontenta: la strada aperta dal Governo per un fisco più leggero sulle piccole imprese – dice – va percorsa con coraggio. Perché all’appello mancano ancora alcune misure fortemente sollecitate da Confartigianato. Come quelle contenute nella delega fiscale, e per ora rimaste lettera morta, che darebbero alle imprese soggette ad IRPEF la possibilità di tassare ad aliquota proporzionale IRES gli utili non prelevati perché reinvestiti in azienda ed ai soggetti in contabilità semplificata la possibilità di pagare le tasse solo dopo l’incasso delle fatture.
Insomma, per il Presidente Merletti la partita non è ancora chiusa. “C’e molta strada da fare. Innanzitutto – dice Merletti – bisogna togliere l’Imu sui capannoni che per noi sono la prima casa. E poi serviva un impegno più attento per tagliare la spesa improduttiva, cosa che, invece, non è stata fatta”.
E ora la battaglia di Confartigianato continua nella aule del Parlamento.
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