29 Novembre 2015, h. 20:43
Confartigianato Autoriparazione ottiene la ripresa del ritiro dei pneumatici fuori uso
L’annuncio è arrivato con un comunicato diffuso il 25 novembre: Ecopneus, la società creata nel 2011 dai principali produttori di pneumatici in Italia che, per legge, si occupa della raccolta e smaltimento degli pneumatici fuori uso, ricomincerà a ritirarli presso le officine artigiane.Un impegno che risponde alle preoccupazioni diffuse dal mese di ottobre tra molti autoriparatori di Confartigianato i quali avevano denunciato l’improvviso rifiuto di Ecopneus di ritirare e smaltire i loro pneumatici arrivati a fine vita. Motivo: poiché l’officina non aveva finora richiesto il ritiro non aveva più diritto al servizio. Peccato che, nel frattempo, altri gommisti di maggiori dimensioni potevano contare ancora sull’attività di raccolta e smaltimento da parte di Ecopneus.
Confartigianato è intervenuta protestando sia presso il Ministero dell’Ambiente sia nei confronti della stessa Ecopneus che, appunto, ha risposto annunciando la ripresa del servizio. Tuttavia la società, tiene a precisare di aver già raggiunto l’obiettivo di raccolta dei pneumatici immessi sul mercato dai produttori. E di aver fatto più di quanto le compete, ritirando dal 2011 ad oggi anche 67.000 tonnellate di pneumatici extra target, quelli cioè provenienti dal mercato irregolare. Ma, bontà sua, si impegna ora a proseguire per alcuni giorni il ritiro della quota eccedente di pneumatici, in nome della difesa dell’ambiente.
Ed è proprio la salvaguardia ambientale ad essere a rischio se non si troverà una soluzione al problema di questo flusso di rifiuti pericolosi da ritirare e smaltire obbligatoriamente. Lo stop alla raccolta da parte di Ecopneus – sottolinea Confartigianato Autoriparazione – danneggia le imprese oneste. Serve quindi un intervento del Ministero dell’Ambiente per rivedere la legge del 2011 che regola appunto lo smaltimento di pneumatici usurati.
Confartigianato Autoriparazione denuncia infatti il fallimento della legge che, anziché puntare sul ritiro delle gomme usate dall’ambiente, si concentra sul rapporto produzione/raccolta, seguendo logiche di tipo industriale più che quelle di tutela ambientale.
E alla fine chi ne paga le spese sono le piccole imprese in balia degli stop decisi da Ecopneus perché non ha convenienza a ritirare i pneumatici fuori target.
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