20 Ottobre 2015, h. 15:02
STUDI – Ripresa, ma non per tutti: attività Costruzioni -2,4% nei primi 8 mesi del 2015, peggio del -0,4% in Ue 28
Al terzo trimestre del 2015 le imprese artigiane delle Costruzioni – che comprende edilizia e installazione di impianti – sono 526.101, sono pari al 38,6% del totale delle imprese artigiane e danno lavoro a 806.075 addetti, il 28,5% degli addetti dell’artigianato.
L’analisi dei dati Istat pubblicati stamane indica che nel mese di agosto 2015 l’indice destagionalizzato della produzione nelle Costruzioni ha registrato, rispetto al mese precedente, una riduzione dello 0,3%. Considerata la cautela nell’analisi dei dati destagionalizzati nel mese di agosto – in cui l’attività del settore è del 34,8% inferiore alla media dei restanti undici mesi dell’anno – focalizziamo l’attenzione nella media dei primi otto mesi dell’anno, da cui si evince una diminuzione dell’attività del 2,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre si registra una maggiore stabilità (-0,4%) della produzione delle Costruzioni in Ue a 28.
In questo contesto caratterizzato dall’assenza di una ripresa nel settore dell’edilizia e installazione di impianti assume grande rilevanza la conferma in Legge di Stabilità 2016 degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e il risparmio energetico che hanno l’obiettivo di sostenere la domanda, la cui carenza rimane il principale fattore di ostacolo all’attività delle imprese, ad agosto indicato dal 47% delle imprese di costruzioni: 1 impresa del settore su 2 non ha domanda sufficiente. Inoltre la leva fiscale può aiutare a combattere la concorrenza sleale del sommerso: secondo le ultime valutazioni dei conti nazionali, nel comparto l’incidenza del sommerso è risultata pari nel 2011 al 20,4% del valore aggiunto, quasi il doppio dell’11,5% del totale dell’economia. Il tasso di irregolarità dell’occupazione nelle Costruzioni – espresso dalla quota degli addetti non regolari su quelli totali – è pari al 14,7%, ben 2,1 punti superiore al 12,6% nel totale dell’economia.
Ma la sola incentivazione della domanda privata non è sufficiente: serve più domanda pubblica. A tal proposito va evidenziato che tra il 2015 e il 2019, secondo il quadro tendenziale del bilancio delle Amministrazioni pubbliche, la spesa corrente primaria sale di 38,4 miliardi di euro mentre nel periodo la spesa in conto capitale scende di 6,7 miliardi. Il preoccupante calo della domanda pubblica si registra dopo che il comparto delle Costruzioni dal 2011, anno dello scoppio della crisi del debito sovrano, ha perso in Italia il 30,3% dell’attività a fronte di un calo limitato al 5,3% nell’Ue a 28, con una performance peggiore di tutti gli altri maggiori Paesi Ue.
DINAMICA 2011-2015 PRODUZIONE COSTRUZIONI IN ITALIA, UE 28, UEM E PRINCIPALI PAESI
(Var. % cumulata primi 8 mesi 2011-2015 – dati corretti per gli effetti del calendario – Elaborazione Confartigianato su dati Istat ed Eurostat)
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