30 Settembre 2015, h. 13:04
Presentato a Milano “Artigiani del proprio destino”, il rapporto di Confartigianato Lombardia sulle pmi
È stato presentato all’IMV di Milano il 5° Rapporto di Confartigianato Lombardia su Artigianato e Piccole Imprese, dal titolo “Artigiani del proprio destino” .
Il dati del rapporto, presentati da Enrico Quintavalle e Licia Redolfi, Direttore Scientifico e Ricercatore Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia, raccontano una fetta – significativa – di Lombardia che riparte. Prima regione italiana per numero di imprese artigiane (254.789) e prima regione europea per numero di imprenditori e lavori autonomi (sono oltre 874mila le Partite IVA), in Lombardia il 97,8% delle imprese ha meno di 20 addetti.
“Gli “Artigiani del proprio destino” a cui è dedicato il Rapporto 2015 sono rappresentati dagli imprenditori che si sono raccontati nel focus group che ha ispirato i temi affrontati quest’anno”, spiega il Presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti. Vengono dalla loro voce i cinque tweet che descrivono l’artigianato lombardo pronto a ripartire.
“Sono innamorato della mia impresa” – “Sono innamorato del fare le pulizie”, ha raccontato uno degli imprenditori intervenuti al focus group. Certo, è un amore difficile, soprattutto per gli artigiani: gli ultimi dati disponibili raccontano che sono sparite 2.251 imprese, pari a una flessione dello 0,9%.. In questo quadro, le imprese artigiane competono principalmente con un fattore: in Lombardia il 76,6% delle micro imprese ha la qualità dei prodotti tra i principali punti di forza competitiva.
“Sono giovane, donna, straniero: la differenza è la mia forza” – Sono 31.916 le imprese artigiane gestite da giovani sotto i 35 anni. Altre 31.062 da donne. Altre 41.634 da stranieri. I giovani imprenditori sono attivi principalmente nella ristorazione, nel terziario avanzato e nei servizi alle imprese. Le donne nei servizi alla persona e nell’abbigliamento. Gli stranieri nell’edilizia e nei trasporti. Qualche che sia il settore, è proprio l’iniezione di diversità, di differenti vedute, a far decollare, o a far ripartire l’impresa: “Nel 2008, io e mio cugino, scontrandoci un po’ con quelle che erano le spinte famigliari abbiamo deciso di rilevare l’azienda e rilanciarla”, racconta uno dei partecipanti al focus group. “C’è stato un momento in cui ho visto mio papà veramente in crisi – racconta un altro – a 54 anni pensava di aver sbagliato tutto, perché in quel momento, di quel che aveva sempre fatto, non andava più bene niente”. Due testimonianze che danno il senso della necessità che l’impresa, al momento giusto, passi di mano. Come per le 35.897 micro imprese familiari che sono state o saranno coinvolte in un processo di passaggio generazionale tra il 2006 e il 2016.
“Davanti all’innovazione non scappo, la inseguo” – “I grandi architetti stanno curvando completamente gli edifici. Noi ci vogliamo essere. Con algoritmi e un robot che tenga i pezzi nello spazio. Questo sarebbe un po’ il nostro futuro, ci stiamo provando, sto facendo tantissima ricerca su questo”. E ancora, un altro: “Stiamo sperimentando la pulizia dei pannelli solari con i droni”. Sono anche i numeri a parlare: il 66,1% delle imprese artigiane e MPI lombarde hanno svolto attività finalizzate all’introduzione di innovazione. Si investe soprattutto nell’innovazione dell’organizzazione (17,4% delle imprese). Seguono le innovazioni di prodotto (16,7%), le innovazioni nelle strategie di marketing (16,2%) e le innovazioni di processo (11,8%). E nel frattempo, crescono pure le imprese che offrono innovazione digitale, che aumentano del 5,1%.
“Mi fido più delle persone che delle macchine” – “Le aziende non sono fatte solo da macchinari, ma le aziende sono le persone. Sono sicuro che la mia azienda va avanti anche se io sono dalla parte opposta del mondo, perché sono riuscito a creare una struttura che riesce a funzionare bene grazie al coinvolgimento dei collaboratori”. In Lombardia, lavora in un’impresa artigiana il 14,1% di tutti gli addetti. E tra i dipendenti, l’88,5% ha un contratto a tempo indeterminato. Non solo contratti, ma anche formazione: nel 2014 si stima che in Lombardia il valore della formazione on the job ai neoassunti sia stata pari a 186,5 milioni di euro.
“Assieme si fa più strada” – Le imprese localizzate in Lombardia che partecipano ad un contratto di rete sono 2.115. Perché fare rete? Secondo uno dei partecipanti al focus group, attivo in una rete, “per essere più presente nella domanda di mercato”, perché “la flessibilità credo sia l’arma vincente per il mondo imprenditoriale artigiano”.
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