20 Luglio 2015, h. 16:50
Il gelato artigianale è solo quello fresco. E Grom toglie la pubblicità
Si allunga la lista di marchi famosi che hanno compiuto uno scivolone definendo “artigianali” propri prodotti, che di artigianale hanno ben poco. Dopo divani e patatine fritte, solo per citare i casi più recenti, è la volta dei gelati.
Prodotto artigiano è sinonimo di fuoriserie, qualità, abilità manuale, tradizione, un mix inimitabile di ingredienti eccellenti che messi insieme danno origine a un’esperienza unica e inimitabile che i consumatori cercano e apprezzano. Nulla di strano, quindi, che Grom, la rinomata azienda che dal Piemonte esporta gelati in tutto il mondo, abbia dovuto cancellare dai materiali di comunicazione la definizione di “artigianale”, riferito ai propri prodotti, in seguito a una diffida del Codacons.
I legali dell’associazione dei consumatori hanno puntato il dito contro due aspetti che escludono l’artigianalità del prodotto: la dimensione aziendale del marchio, incompatibile con quella di una ditta artigiana, si tratta infatti di una S.p.A, ma soprattutto le modalità di preparazione del gelato che per dirsi artigiano dovrebbe essere prodotto in loco e dunque fresco, mentre l’azienda piemontese prepara le miscele in un unico centro produttivo e da lì le smista ovunque, in Italia e all’estero.
Abbiamo chiesto al presidente dei Gelatieri di Confartigianato, Augusto Cestra, quali sono le condizioni essenziali da rispettare per poter definire ‘artigiano’ il gelato.
“Un buon gelato artigianale necessita di ingredienti sani, genuini, rigorosamente freschi, come il latte, la panna, le uova e la frutta. Ovviamente questo non basta. Per un buon gelato artigianale bisogna saper mettere gli ingredienti giusti nella corretta sequenza e nelle esatte quantità, bilanciando sapori e valori nutrizionali”.
Nonostante la battaglia decennale di Confartigianato, l’Italia, patria del gelato e del diritto, non ha ancora una legge che metta precisi paletti tra le definizioni di gelato artigianale e industriale, tra un prodotto fresco e uno semilavorato. E il pericolo di abusi, come visto, è dietro l’angolo e a farne le spese sono gli ignari consumatori e gli oltre 39.000 punti di vendita di gelati artigiani con oltre 90.000 addetti.
“L’unico strumento legislativo che abbiamo a disposizione, per tutelare i nostri prodotti, è la legge-quadro per l’artigianato che stabilisce quali caratteristiche una produzione deve avere per poter essere definita ‘artigianale’. La legge-quadro, però, non entra nello specifico delle caratteristiche del prodotto, delle materie prime da utilizzare, delle proporzioni e delle tecniche di lavorazione. Un vuoto legislativo che va colmato al più presto” conclude il presidente dei Gelatieri di Confartigianato Augusto Cestra.
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