27 Maggio 2015, h. 17:27
Sentenza Uber una prima vittoria a favore della legalità
“Una vittoria per la categoria dei tassisti e dei noleggi con conducente ed un punto a favore della legalità. Resta l’amarezza per essere stati costretti a difenderci da soli: un regolatore pubblico che rimanda le decisioni ai tribunali non è un regolatore efficiente”. Commenta così Alessandro Nordio presidente Nazionale di Confartigianato Taxi la notizia che i giudici del Tribunale di Milano hanno accolto il ricorso contro Uber – il popolare gestore dell’app che sta rivoluzionando, in tutto il mondo, le regole del trasporto pubblico locale – presentato dalle associazioni di categoria per “concorrenza sleale”.
“Ma è tutta la categoria a tirare un sospiro di sollievo. È stata infatti accertata – spiega Nordio – la concorrenza sleale posta in essere ai sensi dell’ art. 2598 n. 3 c.c. dalle società del Gruppo Uber nei confronti dei taxi. Ma non solo, il Tribunale ha anche inibito in via cautelare ed urgente alle medesime l’utilizzo sul territorio nazionale dell’app denominata Uber Pop e la prestazione di qualsivoglia servizio che organizzi, diffonda e promuova da parte di soggetti privi di autorizzazione amministrativa e/o di licenza un trasporto terzi dietro corrispettivo su richiesta del trasportato, in modo non continuativo o periodico, su itinerari e secondo orari stabiliti di volta in volta”.
”Come abbiamo più volte evidenziato, in particolare noi tassisti veneti precursori dell’utilizzo di strumenti tecnologici per intercettare le esigenze sempre più dinamiche dell’utente con il nostro servizio App taxi, non abbiamo paura di affrontare la sfida di Uber, ma le regole di base devono valere per tutti nel rispetto della legalità, delle norme fiscali e previdenziali. I taxisti non temono confronti, dunque, a patto di non essere gli unici nel settore a subire il profondo handicap, tutto nostrano, di necessitare di scrupolose licenze, autorizzazioni e di sostenere una pressione fiscale divenuta a dir poco asfissiante”.
Le azioni di tutela poste in essere hanno l’obiettivo di garantire agli utenti un servizio trasparente, adeguato per professionalità e con tariffe amministrate. Ecco perché siamo soddisfatti che il punto focale che motiva la sentenza di inibizione al servizio Uber Pop emessa dal Tribunale milanese, sia la concorrenza sleale finora attuata a danni delle auto bianche”.
“Per quanto riguarda la sentenza, infine, i giudici hanno fissato a titolo di penale per il ritardo nell’ attuazione dell’inibitoria la somma di 20.000 euro per ogni giorno di ritardo a decorrere dal quindicesimo giorno successivo alla comunicazione della presente ordinanza. Uber sarà, inoltre, obbligato ad esporre il presente provvedimento per giorni trenta sulla home page del sito www.uber.com nella sua sezione dedicata al territorio italiano in firma leggibile e diretta (senza necessità di rinvio mediante ulteriori link) entro quindici giorni dalla comunicazione della presente ordinanza a cura ed a spese delle resistenti oltre alla condanna del Gruppo Uber al rimborso delle spese di giudizio”.
“Confartigianato – conclude Nordio – che ha promosso e seguito anche dal livello regionale veneto la causa, desidera ringraziare i colleghi e le strutture che hanno sostenuto il peso economico dell’azione legale”.
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