21 Maggio 2015, h. 18:22

ASSEMBLEA 2015 – La piccola impresa protagonista dell’Expo 2015 di Milano

assemblea2015_palcoL’Auditorium dell’Expo Center pieno in ogni ordine di posto e più di 1000 rappresentanti del Sistema Confartigianato arrivati a Milano da ogni angolo d’Italia, per sostenere le parole del Presidente Giorgio Merletti e ascoltare la risposta della politica italiana. A cominciare dal saluto del padrone di casa qui ad Expo, il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni.
“Expo è un grande successo di pubblico – ha detto il presidente lombardo – è un grande successo in tutti i sensi, sono stati smentiti i gufi che dicevano non riuscirete neanche ad aprirlo, la presenza di Confartigianato qui con la sua assemblea nazionale, dimostra l’interesse del mondo delle imprese per questo grande evento internazionale, il nostro obiettivo era questo”.
Se la Lombardia ha fatto molto per sostenere il tessuto imprenditoriale locale con norme, incentivi per l’innovazione e fondi riservati alle piccole imprese, in Italia le cose procedono ancora in maniera troppo lenta per le esigenze di chi fa impresa. Un fisco eccessivo, una burocrazia mastodontica, il credito bancario che manca, come gli investimenti pubblici e una riforma che semplifichi davvero il lavoro. Tutti problemi che attanagliano le micro e piccole imprese e che il Presidente Merletti ha elencato punto per punto dal palco dell’Assemblea. “Per continuare sui fronti della burocrazia, del credito, del mercato del lavoro, delle infrastrutture, dell’innovazione, dei ritardi di pagamento della PA. Tra il 2005 e il 2015 l’Italia, tra tutti i Paesi europei, ha subìto il maggiore aumento della pressione fiscale: il risultato è che oggi paghiamo 29 miliardi di tasse in più rispetto alla media UE – ha spiegato senza mezzi termini Giorgio Merletti dal palco dell’Assemblea – Soltanto la tassazione immobiliare è passata dai circa 10 miliardi dell’ICI del 2011 ai quasi 25 miliardi del gettito IMU e TASI del 2014, con un incremento del 153%. Questo aumento, purtroppo, non ha risparmiato gli immobili strumentali delle imprese, i capannoni, i laboratori ma anche i macchinari imbullonati nelle nostre aziende, che vengono tassati alla stregua di seconde case. Come se produrre e dare lavoro fosse un lusso. Vi sembra normale che un bene utilizzato nell’impresa, che serve per creare reddito e sviluppo per il Paese, venga trattato come un immobile posseduto da un ricco possidente”.
La situazione economica interna non è delle migliori, anche se all’orizzonte si inizia a vedere qualche timido segnale di ripresa. Altre partite, invece, si giocano fuori dai confini nazionali, ma potrebbero rilanciare la micro e piccola impresa italiana. Come il regolamento sul ‘Made in’, che il 28 maggio tornerà in discussione a Bruxelles. “Su questa partita del “Made in” in Europa si fa battaglia, come è noto c’è un appuntamento cruciale il 28 maggio, il Governo italiano sta lavorando al massimo, stiamo misurando uno dei fronti più delicati ma anche potenzialmente più importanti per il sistema paese. Noi ci crediamo e ci stiamo lavorando”, ha annunciato ai giornalisti il Ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina.
Nonostante i tanti problemi, le piccole imprese ci sono, continuano a trainare la manifattura italiana e l’export, creano lavoro e formano gli imprenditori artigiani di domani.

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