18 Maggio 2015, h. 16:11
Innovazione e manifattura digitale, le opportunità per le imprese artigiane
L’Enciclopedia Treccani definisce “rivoluzione industriale” una “trasformazione delle strutture produttive determinata dall’affermazione di nuove tecnologie”. Una definizione che lascia poco spazio ai dubbi: quella che stiamo vivendo è una vera e propria rivoluzione industriale, quella del digitale.
Per capire questo contesto, complesso ma ricco di opportunità, il Sistema Confartigianato ha organizzato due eventi a Milano, l’8 maggio scorso.
Una giornata cominciata con Digital manufacturing: opportunità per il rinascimento digitale dell’impresa, il convegno organizzato da Confartigianato Varese e PwC in collaborazione con Il Sole 24 Ore, per capire come le tecnologie digitali stanno cambiando il lavoro delle piccole imprese ma, soprattutto, su quali opportunità stanno offrendo. Un tema su cui Confartigianato Varese sta investendo da tempo, anche grazie al lavoro del FaberLab di Tradate, una delle migliori realtà italiane legate alla prototipazione e alla manifattura digitale. “Le tecnologie digitali sono ormai a disposizione delle aziende a costi ridotti – ha spiegato Mauro Colombo, direttore di Confartigianato Varese – e stanno rivoluzionando le tradizionali attività produttive, generando innovazione in ambiti differenti”. E per campi di applicazione si è sviluppato Artigianato 2.0 – Makers e manifattura digitale, il convegno organizzato da Confartigianato negli spazi dell’Italian Makers Village di Milano. Tre, in particolare, i gruppi di lavoro organizzati: innovazione, mercato e risorse per lo sviluppo.
“Sono tutti temi che devono essere conosciuti e su cui gli imprenditori devono confrontarsi tra loro – ha spiegato Marco Granelli, presidente di Confartigianato for Expo – il risultato credo sia stato un ottimo lavoro, che sulla base di un confronto sereno e ben articolato, ha fatto capire che strumenti come il credito, le tecnologie digitali e l’organizzazione sono fondamentali, oggi, per un’impresa che vuole competere in un mercato globalizzato, difficile e altamente competitivo. Lo scopo principale, quindi, è quello di rendere più forti e più abituati a questo tipo di competizione i nostri imprenditori”, ha poi concluso Granelli.
Al centro del dibattito, gli strumenti digitali a disposizione di chi fa impresa in Italia, dalla progettazione alla produzione, passando per il marketing, il credito, la ricerca e l’internazionalizzazione.
“In questi ultimi 3/4 anni, la politica ha fatto qualche passo in avanti. A livello nazionale, ad esempio, con la normativa sulle start-up innovative, che di recente è stata estesa, creando la nuova categoria delle pmi innovative. Un’iniziativa che si traduce nella realtà con un minor peso della burocrazia e più incentivi fiscali per chi investe in questo tipo d’impresa. C’è una spinta in questa direzione – ha spiegato il deputato Antonio Palmieri – perché è quello che i tempi chiedono. Dobbiamo spingere tutti insieme in questa direzione, che non è quella del futuro ma quella del presente. Perché il digitale non è più una cosa che riguarda chi verrà dopo di noi, ma è parte integrante ed essenziale della vita di tutti”.
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