3 Febbraio 2015, h. 11:30
Split payment e reverse charge: nuovi oneri e complicazioni per le imprese
Si scrive split payment, si legge complicazione e oneri per gli imprenditori. Stiamo parlando del nuovo meccanismo, varato con la Legge di stabilità 2015, in base al quale, da gennaio, per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate dalle imprese nei confronti di enti pubblici, le Pubbliche amministrazioni verseranno l’Iva direttamente all’erario. In questo modo, gli imprenditori fornitori di beni e servizi alla Pa si troveranno in una posizione creditoria.
Come se non bastasse, si ampliano le ipotesi di applicazione del reverse charge, sistema di inversione contabile che, derogando alla disciplina generale sull’Iva, trasferisce gli obblighi di assolvimento dell’imposta dal cedente all’acquirente.
I due meccanismi – denuncia Confartigianato – fanno aumentare in modo esponenziale i crediti Iva degli imprenditori e peggiorano la situazione finanziaria, già precaria, delle imprese che operano con la Pubblica Amministrazione o che lavorano nei settori dell’edilizia, dell’impiantistica, dei servizi di pulizia e della distribuzione organizzata.
Secondo Confartigianato, che sollecita un immediato intervento del Governo e del Parlamento, in un momento di forti tensioni per la liquidità delle imprese far generare crediti d’imposta non appare la strada migliore per sostenere il tessuto produttivo. La sacrosanta battaglia contro le frodi fiscali e l’evasione dell’Iva non deve colpire le imprese oneste.
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