5 Febbraio 2015, h. 07:58

Crediti Iva, su ‘Il Sole 24 Ore’ la battaglia di Rete Imprese Italia

Sole24Ore_5_2_2015Lotta all’evasione a spese degli onesti: così Confartigianato e Rete Imprese Italia bollano gli effetti dello split payment e del reverse charge, meccanismi che, da gennaio, impongono una procedura burocratica onerosa per il rimborso dei crediti IVA che legittimamente spettano alle imprese.

La denuncia delle Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi campeggia oggi su una pagina de ‘Il Sole 24 Ore’ (vedi allegato) nella quale chiedono a Governo e Parlamento un intervento immediato per abrogare lo split payment a partire da marzo, quando sarà obbligatoria la fatturazione elettronica per tutte le operazioni con la P.A., e per escludere l’applicazione del reverse charge nei casi di fatturazione elettronica tra imprese.

Lo split payment è stato varato con la Legge di stabilità 2015 e prevede che, per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate dalle imprese nei confronti di enti pubblici, le Pubbliche amministrazioni versino l’Iva direttamente all’Erario. In questo modo, gli imprenditori fornitori di beni e servizi alla Pa si troveranno in una posizione creditoria.
Come se non bastasse, si ampliano le ipotesi di applicazione del reverse charge, sistema di inversione contabile che, derogando alla disciplina generale sull’Iva, trasferisce gli obblighi di assolvimento dell’imposta dal cedente all’acquirente.
I due meccanismi – denuncia Confartigianato – fanno aumentare in modo esponenziale i crediti Iva degli imprenditori e peggiorano la situazione finanziaria, già precaria, delle imprese che operano con la Pubblica Amministrazione o che lavorano nei settori dell’edilizia, dell’impiantistica, dei servizi di pulizia e della distribuzione organizzata.
Secondo Confartigianato, in un momento di forti tensioni per la liquidità delle imprese, far generare crediti d’imposta non appare la strada migliore per sostenere il tessuto produttivo. La sacrosanta battaglia contro le frodi fiscali e l’evasione dell’Iva non deve colpire le imprese oneste.

 

 

 

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