16 Dicembre 2014, h. 16:54
STUDI – Giù la pressione fiscale nel 2015, in aumento nel 2016
Rispetto al quadro tendenziale di finanza tracciato nella Nota di aggiornamento al DEF la manovra di bilancio della Legge di Stabilità riduce la pressione fiscale di 0,2 punti nel 2015, ma dal 2016 torna a salire di 0,4 punti arrivando al 43,6%, peraltro già indicato nel tendenziale.
Nel 2017 il quadro tendenziale prevedeva una discesa della pressione fiscale; all’opposto l’impatto della clausola di salvaguardia, la fa risalire: “dopo il lieve calo dovuto agli sgravi tributari e contributivi concessi nel 2015, la pressione fiscale sale di 0,4 punti percentuali, passando dal 43,2 per cento del 2015 al 43,6 nel 2016 e nel 2017, raggiungendo un nuovo punto di massimo dal 1995” (UPB-Ufficio parlamentare di bilancio, Rapporto politica di bilancio 2015, pag. 27).
Inoltre si osserva che “l’aumento della pressione fiscale – da 43,3 per cento nel 2014 a 43,6 per cento nel 2017 – sarebbe il risultato di una diminuzione di 0,7 punti di PIL dei contributi sociali, più che controbilanciata dall’incremento di un punto della pressione tributaria. Quest’ultimo è concentrato per l’80 per cento nelle imposte indirette, per effetto, in particolare, dell’aumento delle aliquote dell’IVA dal 2016 e delle clausole di salvaguardia sulle accise, misure introdotte dal DDL di stabilità” (Upb, Rapporto politica di bilancio 2015, pag. 23; grassetti sono nostri)
PRESSIONE FISCALE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE IN % DEL PIL DAL 2011 AL 2017
(fino a 2013 Istat; tendenziale da Nota aggiornamento al DEF e programmatico da Rapporto politica di bilancio 2015 di UPB – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Mef e UPB-Ufficio parlamentare di bilancio)
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