24 Novembre 2014, h. 16:51

L’Ue ‘misura’ i tempi di pagamento alle imprese: qualcosa migliora, ma si può fare di più

FOTO MANIFESTO BRUXELLESI cattivi pagatori sono la bestia nera per le imprese di tutta Europa. Ma l’Italia batte tutti con i tempi biblici impiegati dalla pubblica amministrazione per saldare le fatture agli imprenditori.

Il problema è sotto la lente della Commissione europea per misurare gli effetti dell’applicazione della direttiva del 2011 che impone agli enti pubblici di pagare in 30 giorni.

I risultati della campagna d’informazione condotta negli ultimi due anni dalla Commissione sono stati presentati il 18 novembre a Bruxelles ad un seminario organizzato dalla Direzione generale impresa.

Ospite d’onore, Antonio Tajani, attuale vicepresidente del Parlamento europeo, ed ex Commissario all’industria e vicepresidente della Commissione europea.

Strenuo sostenitore della direttiva contro i ritardi di pagamento, Tajani ha sottolineato che, nonostante qualche miglioramento registrato negli ultimi 2 anni, c’è ancora molto da fare.

“La situazione – ha detto – è migliorata, siamo ancora ben lontani dal rispetto dei 30 giorni e dei 60 nel caso dei pagamenti da parte della sanità. Il lavoro che sta compiendo la Commissione Ue è molto utile, non burocratico, serve a dare risposte alle imprese, per permettere loro di non chiudere per eccesso di credito”.

A riferire sulla situazione italiana è stato il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, da due anni advisor della Commissione europea, insieme con il Presidente dell’Ance Buzzetti, sul rispetto delle norme entrate in vigore a gennaio 2013. Merletti ha illustrato le rilevazioni di un sondaggio condotto dalla Confederazione su un campione di piccoli imprenditori dal quale emerge che, nonostante i tempi medi di pagamento si siano accorciati a 88 giorni, siamo ben distanti dal termine dei 30 giorni imposto dalla legge.

Secondo il Presidente di Confartigianato “non si sta pagando nei 30 giorni. Confartigianato ha attivato un Osservatorio 30 giorni dopo l’entrata in vigore della legge a gennaio 2013. Ebbene, i problemi rilevati allora continuano a esserci oggi”.

L’iniziativa del 18 novembre non esaurisce l’impegno della Commissione Europea. Ci aspetta ancora un lavoro intenso, ha detto al Seminario Daniel Calleja Crespo, direttore della Direzione Generale Impresa.

A questo proposito, proprio l’Italia è sorvegliata speciale da Bruxelles. Per evitare che scatti la procedura d’infrazione già aperta dall’Europa, il nostro Paese dovrà dimostrare alla Commissione, dai prossimi giorni fino a giugno del prossimo anno, e con rapporti a cadenza bimestrale, i costanti miglioramenti nel rispetto del termine di 30 giorni fissato dalla Direttiva.

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