17 Novembre 2014, h. 17:51

Il Governo rimette mano alle regole su lavoro e welfare

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Per la terza volta negli ultimi 3 anni, in Italia cambiano le norme sul mercato del lavoro e il welfare.

Tre Governi, tre riforme. Dopo quella del Ministro Fornero nel 2012 e le modifiche del Ministro Giovannini nel 2013, tocca ora al Ministro Poletti ridisegnare le regole per combattere la disoccupazione e migliorare il sistema di protezione sociale.

E così nasce il Jobs Act, un disegno di legge delega varato nei giorni scorsi dal Senato e ora all’esame della Camera.

Un provvedimento molto ampio che, una volta approvato dal Parlamento, dovrà essere attuato con una serie di decreti.

Tanti i capitoli che compongono la riforma: nuove forme contrattuali e nuove regole per i rapporti di lavoro, riordino degli ammortizzatori sociali e nuove politiche attive per far incontrare domanda e offerta di lavoro, fino a un ripensamento degli interventi per la conciliazione lavoro-famiglia.

Obiettivi giudicati ambiziosi da Confartigianato e Rete Imprese Italia che considerano la riforma un’occasione importante per semplificare e razionalizzare le regole sul lavoro.

Ma è anche subito scattato un’altolà: il Jobs Act non deve provocare aumenti dei costi per le piccole imprese e, sul fronte degli ammortizzatori sociali, vanno tutelate le buone pratiche maturate sul fronte del sostegno al reddito.

Raccomandazioni che sono state espresse dal Segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli nel corso di un’audizione alla Commissione lavoro della Camera svoltasi il 28 ottobre e presieduta dall’Onorevole Cesare Damiano.

“Bisogna – ha detto Fumagalli – riuscire nell’obiettivo di completare la riorganizzazione delle regole sul mercato del lavoro senza aggiungere costi in capo alle imprese. Per quanto riguarda l’artigianato, attraverso la bilateralità e gli enti bilaterali, sono stati costruiti strumenti di ammortizzatori molto su misura. Chiediamo un’attenzione a salvaguardare queste specificità che hanno alle spalle anche una dimostrata storia positiva”.

Se riforma dev’essere, per Confartigianato e Rete Imprese Italia vanno anche riorganizzati i servizi di collocamento, collegando strettamente le misure di sostegno al reddito con il reinserimento nel mercato del lavoro.

E sul fronte dei nuovi contratti, devono essere salvaguardate le numerose forme contrattuali, anche flessibili, utili alle specifiche esigenze organizzative delle piccole imprese.

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