7 Luglio 2014, h. 00:00

Oltre la crisi: un nuovo modello per il sistema delle costruzioni

Avvitate in una crisi profonda che da sei anni miete fatturati, aziende e posti di lavoro, schiacciate da un mercato immobiliare depresso e dal crollo delle opere pubbliche, le piccole imprese delle costruzioni si interrogano sul loro futuro. Il modello imprenditoriale pre-crisi, basato su acquisto del terreno, costruzione e vendita degli immobili si è infranto contro lo stop del mercato immobiliare. A questo modello non se n’è ancora sostituito un altro. La parola d’ordine è ricominciare a crescere, ma artigiani e piccoli imprenditori si chiedono in quale direzione devono andare per uscire dal tunnel della crisi. Confartigianato edilizia ha messo la domanda al centro di una due giorni organizzata a Roma, il 4 e il 5 luglio, in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione. Un doppio appuntamento per fare il punto della situazione, tracciare le linee di tendenza del mercato e definire il ruolo che Confartigianato edilizia è chiamata a svolgere all’interno di questo sistema in grande cambiamento. “Costruire nuovo come si è sempre fatto – spiega Arnaldo Redaelli, Presidente di Confartigianato Costruzioni – ormai diventa impossibile. Mentre rinnovare, ristrutturare e razionalizzare, noi pensiamo che sia, e ormai lo abbiamo visto da qualche anno, il lavoro futuro. Certamente questo tipo di processo, o di percorso, deve essere governato in modo diverso, dobbiamo creare tutte quelle strategie, quelle razionalizzazioni, quelle aggregazioni, quel modo di lavorare insieme per obiettivi che dovrà andare a intercettare questo settore delle costruzioni che mentre prima era marginale, oggi sta diventando una fetta, non vorrei dire importante, direi quasi prevalente del mondo delle costruzioni”. Circa il 60% del patrimonio immobiliare italiano risale a prima degli anni ’70, i bonus fiscali del 50% sulle ristrutturazioni edilizie e del 65% per gli interventi finalizzati al risparmio energetico hanno fatto crescere la propensione dei proprietari di immobili ad effettuare interventi di manutenzione. Ad aprile, stima l’Ufficio studi di Confartigianato, il loro numero è aumentato di oltre il 50% rispetto a un anno fa, raggiungendo quota 2.891.169 soggetti interessati. Per intercettare le richieste di questo mercato che richiede interventi altamente specializzati, le piccole imprese delle costruzioni dovranno dotarsi di nuove competenze, direttamente, oppure facendo ricorso ad aggregazioni con altri soggetti. “Finita l’epoca dei “rappezzi” – sottolinea Arnaldo Redaelli – la battaglia delle ristrutturazioni si svolgerà sempre più sul terreno della qualità e dell’offerta di interventi a tutto tondo”. Il cambiamento a cui sono chiamate le imprese artigiane non può non coinvolgere Confartigianato Costruzioni. Anche l’associazione ha cambiato pelle, dotandosi di un nuovo statuto con meccanismi di governo più agili per rispondere con sempre maggiore efficienza alle nuove esigenze degli associati. E all’orizzonte si profila una nuova sfida. “Non potrà essere più come era prima, un’organizzazione di rappresentanza solo sindacale, ma deve diventare un’associazione di rappresentanza strategica, ricordando che le strategie non si fanno solo a Roma: dobbiamo mettere a fattor comune le migliori strategie che si fanno sul territorio”, conclude il presidente Arnaldo Redaelli.

rss