23 Settembre 2013, h. 00:00
Festival della Persona, stato e società ai tempi della crisi economia
Tra i tanti interventi che hanno animato il Festival della persona di Verona, ce ne sono stati due che hanno raccontato la propria esperienza di conoscenza e attenta analisi della società italiana. Da una parte il direttore del Censis, Giuseppe Roma, dall’altra lo scrittore e giornalista del Corriere della Sera, Aldo Cazzullo, che a Verona ha presentato la sua più recente fatica letteraria, “L’Italia s’è ridesta”, un viaggio nel cuore dei tanti territori italiani che soffrono ma resistono anche, e soprattutto, grazie a chi crea lavoro e ricchezza, in altre parole, i piccoli imprenditori. “L’Italia oggi è un paese depresso, di cattivo umore, sfiduciato – ha esordito Aldo Cazzullo – Ovunque, città per città, si vede l’insegna di un ‘compro oro’, che è un po’ il simbolo di questa crisi economica italiana. Nello stesso tempo, però, sono convinto che l’Italia stia dando una grande prova di resistenza, di capacità di resistere e di ripartire. Un po’ perché nel mondo c’è una grande domanda d’Italia, una grande richiesta dei nostri prodotti, della nostra arte, della nostra fantasia e del nostro design. Ma anche del nostro gusto per il lavoro ben fatto, che è il lavoro fatto con le mani”. Una fotografia che inevitabilmente coglie i riflessi che questa crisi economica e occupazionale sta scaricando sulla società italiana. In questi ultimi anni, infatti, si è parlato tanto, forse troppo di numeri, di spread, di punti percentuali ma poco di welfare, di società, di benessere degli italiani. “La situazione non è facile. Nonostante questo, credo che ci siano ancora molte energie e in tante parti del paese, energie che operano ed altre che potrebbero essere sollecitate in un contesto di maggiore serenità – ha rilanciato Giuseppe Roma – perché non è detto che la mancanza di soldi e la crisi debbano necessariamente portare all’egoismo, alla ricerca del proprio interesse, perché questo, alla fine disperde risorse ed energie”. E così, anche le persone rischiano di diventare numeri, quello dei disoccupati, quello degli esodati, quello dei pensionati al minimo. Numeri che rischiano di schiacciare la società italiana. Una delle possibili vie di uscite è, una volta di più, il lavoro. Creare occupazione e reddito vuol dire tornare ad investire nel sociale, nel welfare, nei bisogni delle persone. “Il lavoro è troppo tassato. E’ un bene molto prezioso, perché purtroppo sempre più scarso, ed è il bene più tassato – ha concluso Cazzullo – per me la ricetta dell’immediata ripresa è il lavoro. E’ mai possibile che un piccolo imprenditore versi allo Stato di più di quanto non finisca nelle tasche del proprio dipendente?”. Se il lavoro è la chiave di volta, l’impresa artigiana può e deve fare ancora la propria parte.
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