9 Aprile 2013, h. 00:00
Decreto legge sui pagamenti inefficace, le imprese stoppano la bozza di provvedimento
Così come l’avevano scritta, la bozza di decreto per sbloccare i pagamenti arretrati della pubblica amministrazione proprio non andava. Troppi i nodi irrisolti, a partire dalla copertura certa del provvedimento – i 40 miliardi di euro in due anni di cui si parla ormai da settimane – e dalla mancanza di meccanismi semplificati o automatici per fare arrivare quei soldi nelle casse delle migliaia di imprese creditrici, rapidamente e con le minori complicazioni possibile. Tutto questo mancava. C’erano invece la versione 2.0 della fallimentare piattaforma per la certificazione dei debiti, e la sconcertante previsione (poi velocemente cancellata) di coprire almeno parte dei pagamenti con l’aumento dell’Irpef regionale. Per questo nessuno si è stracciato le vesti quando il Governo ha annunciato di aver bisogno di qualche giorno in più per mettere a punto la stesura definitiva del testo, in particolare Rete Imprese Italia che ha lavorato proprio per lo slittamento del Consiglio dei Ministri. “A noi interessa – spiega Cesare Fumagalli, Segretario generale di Confartigianato – che sia un provvedimento semplice senza rinvii a formazione secondaria, cioè a decreti attuativi. Tra l’altro, queste sono indicazioni che noi abbiamo profondamente condiviso, uscite come impegni per il Governo votati all’unanimità dalla Commissione speciale della Camera e dalla Commissione speciale del Senato”. Il Parlamento, con risoluzioni congiunte di Camera e Senato, sottoscritte anche dal Movimento 5 Stelle, aveva impegnato il Governo a tener conto delle indicazioni delle imprese, inserendo nel decreto misure di semplice applicazione per velocizzare i pagamenti. Nella dichiarazione di voto, il Senatore del Partito Democratico Gian Carlo Sangalli era stato esplicito. “E’ per questo – ha rimarcato – che chiediamo che questo provvedimento sia, senza se e senza ma, un provvedimento che non abbia bisogno di decreti attuativi perché ai decreti attuativi è rimasta attaccata metà della politica di questi anni”. Un appello caduto nel vuoto, a cui i tecnici di Vittorio Grilli, nella bozza circolata, hanno risposto con un iter tortuoso che subordina a dieci provvedimenti attuativi il via ai pagamenti. In sostanza, l’esatto contrario di quanto sollecitato da Confartigianato e dalle altre organizzazioni di rappresentanza. “Noi abbiamo indicato – spiega Cesare Fumagalli – una strada precisa e puntuale che è quella della compensazione diretta debiti-crediti per tutti i tipi di tributi e contributi dovuti dalle imprese. Ha, credo, la straordinaria forza della semplicità. Si adegui una volta la Pubblica amministrazione a un principio semplice”. La proposta di Confartigianato ha conquistato consensi traversali agli schieramenti politici. Sia Pdl che Pd, oltre alla Lega Nord, sono intenzionati ad inserire nel decreto la misura. Lo hanno dichiarato al microfono di Simone Spetia a Radio24 gli onorevoli del Popolo della Libertà Raffaello Vignali (“Se c’è la disponibilità delle altre forze politiche credo che questa sia una questione di civiltà e di moralità di uno Stato. E’ una richiesta di tutto il sistema delle imprese, da Confindustria a Rete imprese Italia. E’ fattibile, non si può opporre una difficoltà tecnica quando lo Stato per recuperare un euro sa come fare”) e del Partito Democratico Marco Causi (“Credo che ci sia un’ampia maggioranza in commissione speciale ad inserire nel provvedimento questo emendamento se il Governo non seguisse gli indirizzi che oggi il Parlamento gli darà”).
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