26 Marzo 2013, h. 00:00
L’ANAP celebra i 40 anni con i maestri d’opera e d’esperienza
‘L’esperienza non chiude mai bottega’ recita un vecchio motto dell’ANAP Confartigianato, quell’ANAP che a Roma, il 22 marzo, ha dato il via alle celebrazioni per il quarantennale della fondazione. “I nostri primi quarant’anni insieme”, ha detto il Segretario Fabio Menicacci, accogliendo gli oltre 250 anziani e pensionati che hanno raggiunto l’Ergife Palace Hotel per la consegna dei diplomi per i maestri d’opera e d’esperienza, artigiani che hanno lavorato per 25 e 40 anni e che, smessi i panni dell’imprenditore, hanno continuato a vivere la vita di Confartigianato con l’ANAP. “In questa sala, oggi, c’è gente che ha sessantasei anni di servizio, facendo sempre lo stesso mestiere. Questa è una cosa eccezionale, importante per Confartigianato e per l’ANAP in modo particolare – ha spiegato il Presidente dell’ANAP, Giampaolo Palazzi – in quanto è importante che noi facciamo vedere tutto il nostro mondo che la carriere non finisce con la pensione, o avendo continuato ancora per qualche anno dopo la pensione, continua perché noi abbiamo tantissimi iscritti che vogliono continuare ad offrire il proprio contributo. I nostri maestri artigiani rimarranno a disposizione di tutto il mondo che chiederà una mano, parlo dei servizi sociali, delle scuole, di chiunque voglia imparare un mestiere”. Nella missione istituzionale dell’ANAP c’è la tutela degli anziani e dei pensionati, ma anche quella di promuovere uno stile di vita sano ed attivo, a dimostrazione che gli anziani hanno ancora tanto da dire e da insegnare alle nuove generazioni, esperienza di vita e di mestiere. “Il primo obiettivo di questa manifestazione è quello di consegnare un riconoscimento ai nostri associati che ci seguono da 40/50 anni e che hanno fatto il lustro dell’associazione – ha spiegato Enrico Barbi, coordinatore maestri d’opera e d’esperienza – Il secondo obiettivo, invece, è quello di raccogliere la disponibilità di questi maestri per una serie di attività. Ad esempio, fare da tutor alle nuove imprese che nascono o di andare nelle scuole a spiegare cosa siano l’attività autonoma e il lavoro artigiano”. Tra i 121 premiati, ci sono le storie di tanti uomini e donne, di artigiani e artigiane. Un patrimonio di esperienze professionali e di vita, come quella di Rino Feltrin, artigiano, campione d’atletica e appassionato fotografo. “Un riconoscimento per avere tenuto alto il nome dell’Italia, specialmente all’estero, avendo lavorato due anni e mezzo in Svizzera e tre anni in Congo – ha detto il maestro Rino Feltrin – Mi sono sempre comportato da italiano come si deve, con serietà, convinzione e disponibilità verso il prossimo. Nel calzaturificio lavoravo con gente che non era molto esperta, persone a cui ho potuto insegnare tanto, trasmettendo le mie conoscenze, anche per riconoscenza nei confronti di chi, a sua volta, mi aveva insegnato tanto, mio padre e gli artigiani di Vigevano, da dove provengo. Sono orgoglioso di aver contribuito e di aver facilitato la vita di questi ragazzi”. Questo è solo l’inizio delle celebrazioni per i quarant’anni dell’ANAP. La prossima tappa, infatti, sarà l’udienza del 24 aprile dal nuovo pontefice, Papa Francesco, per continuare a celebrare il più grande patrimonio italiano, i maestri artigiani.
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