4 Marzo 2013, h. 00:00
In Sicilia, Confartigianato è al fianco degli imprenditori coraggiosi che denunciano le mafie
Si chiamano testimoni di giustizia e sono i 78 cittadini e imprenditori che in tutta Italia hanno denunciato le mafie e vivono sotto scorta. Addirittura, sono costretti a nascondere il volto per tutelare la loro incolumità. Non vogliono essere chiamati eroi. Si sentono persone normali che hanno compiuto il proprio dovere di denunciare i fenomeni di criminalità che corrodono il nostro Paese. Ma con la loro scelta di testimoniare nelle aule dei Tribunali eroi lo sono diventati davvero perché, oltre a mettere in gioco la loro vita e quella delle loro famiglie, hanno dovuto abbandonare la loro terra, il loro lavoro, le loro aziende. Da pochi giorni hanno costituito un’Associazione e il 27 febbraio, a Roma nella sede di Confartigianato, hanno fatto sentire la loro voce per difendere le proprie imprese, a rischio di chiusura dopo la scelta di testimoniare. Chiedono di non essere abbandonati. E Confartigianato Sicilia, insieme con Confindustria Sicilia, ha deciso di essere al loro fianco nella battaglia a difesa della legalità e della loro dignità di cittadini e di imprenditori. L’impegno è scritto nero su bianco in un protocollo d’intesa firmato, alla presenza del Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, dal Presidente dell’Associazione Testimoni di Giustizia, Ignazio Cutrò, imprenditore artigiano di Agrigento, dal Presidente di Confartigianato Sicilia, Filippo Ribisi, e dal Vice presidente di Confindustria Sicilia Giuseppe Catanzaro. L’obiettivo è studiare insieme una strategia di tutela per le imprese e le famiglie dei testimoni a partire dall’aiuto al credito, l’assistenza con la burocrazia e un osservatorio nazionale sui beni confiscati alle mafie. I testimoni di giustizia chiedono di non essere parassiti, di poter lavorare, di vedersi restituita la dignità. Ignazio Cutrò ha rifiutato di abbandonare la sua terra e la sua impresa edile e vive sotto scorta. Crede fortemente nella scelta che ha fatto e nell’Associazione che ha voluto creare: “La nascita dell’Associazione – spiega – è stato un momento storico, una cosa mai successa in 27 anni di storia dei testimoni di giustizia. Siamo riusciti a riunire 36 testimoni. Il messaggio che vogliamo mandare agli imprenditori è: denunciate, fatelo per i vostri figli. Noi saremo lì ad aiutarvi”. Il Presidente di Confartigianato Sicilia, Filippo Ribisi, spiega il significato di questa iniziativa: “Innanzitutto diamo attuazione al Codice etico che Confartigianato Sicilia ha adottato lo scorso anno. Iniziamo un percorso di aiuto alle imprese che soffrono maggiormente e che, nel nostro territorio, sono quelle che hanno dovuto fare scelte difficili per difendere scelte di legalità. Sono imprese da guardare come esempio da parte di tutti noi, imprese da non emarginare. Questo è il nostro dovere”.
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