4 Marzo 2013, h. 00:00
Confartigianato boccia la certificazione dei crediti: “Un sistema per pagare senza pagare”
La macchina per aggredire la montagna di pagamenti arretrati della pubblica amministrazione si è messa ufficialmente in moto. Da gennaio è attiva la piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti. Certificare il credito è il primo passo che deve compiere un’impresa per riscuotere, e la piattaforma è lo strumento che permette di richiedere un’anticipazione, scontare il credito in banca, oppure convertirlo in una compensazione fiscale. Tutto lascerebbe pensare a una buona notizia: il Governo affronta così la scalata più impervia, quella dei circa 70 miliardi di debiti contratti con i privati. La macchina, però, scoppietta ma non parte. E’ questa la realtà che emerge dal primo mese di attività dello strumento, un quadro sconfortante che trova conferma nei numeri. L’operazione sblocca-debiti, a gennaio, ha portato alla chiusura di 71 operazioni per circa 3 milioni di euro, a fronte di 467 istanze presentate per complessivi 45 milioni. In soldoni, è stato sbloccato solo lo 0,04% delle somme dovute. Una goccia nell’oceano. “Occorrerà radicalmente cambiare questo meccanismo – spiega il Segretario Generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli – noi avevamo detto proviamo a sperimentarlo per non fare i bastian contrari a tutti i costi. Ma la sfiducia che avevamo, oggi è pienamente confermata”. Sul giudizio negativo di Confartigianato pesa la convinzione che i 70 miliardi di debiti della PA, incagliati tra patto di stabilità, difficoltà di cassa, e inciampi gestionali, non possono venire aggirati attraverso la certificazione. In più, è la stessa pubblica amministrazione a sembrare poco motivata nell’utilizzo dello strumento: i soggetti che si sono accreditati per operare attraverso la piattaforma sono una manciata in tutta Italia. Otto ministeri con portafoglio su dodici, due regioni, qualche comune, alcune province e circa settanta enti del sistema sanitario. Una situazione così deludente da spingere il Tesoro a inviare più di un sollecito alla lunga lista di amministrazioni inadempienti. Che, situazione paradossale, non rischiano alcuna sanzione. Intanto le imprese chiudono schiacciate dai crediti. Il Segretario Generale Fumagali ribadisce la proposta di Confartigianato per dare una risposta concreta alle imprese. “La compensazione assoluta debiti-crediti. E’ una strada – sottolinea Fumagalli – molto diretta e semplice, bisognerà solo essere rigorosi nelle sanzioni contro chi se ne approfittasse. Chi ha da versare 10.000 euro di iva e ha da incassarne 30.000 dallo Stato, non verserà i 10.000 e il suo credito inizierà a ridursi. E’ una strada drammaticamente semplice per le pubbliche amministrazioni. Però quando dico “drammaticamente semplice”, intendo dire che non si sceglie più un meccanismo tortuoso per pagare senza pagare”.
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