14 Gennaio 2013, h. 00:00
Il futuro dell’oreficeria tra la fine della legislatura e la fiera VicenzaOro
Dal 19 al 23 gennaio, gli spazi espositivi della fiera di Vicenza torneranno ad ospitare VicenzaOro, la più importante rassegna dell’oreficeria italiana, una delle più importanti al mondo. L’edizione di quest’anno promette numeri record, per visitatori ed operatori del settore, confermando la provincia vicentina come uno dei più importanti distretti orafi del Belpaese. “Inizia la Fiera di Vicenza, ricomincia un nuovo anno. Lo stato di salute del settore orafo italiano è piuttosto complicato da descrivere in poche parole – ha spiegato Franco Pozzebon, presidente di Confartigianato orafi – La situazione è più o meno questa, il mercato interno è asfittico e deficitario, il mercato estero è un po’ più vivace. La situazione internazionale non è splendida, ma certamente è molto, molto migliore rispetto a quella italiana”. La vigilia di VicenzaOro, quindi, diventa l’occasione giusta per fare il punto della situazione sullo stato di salute del settore e per tracciare le linee guida per le iniziative future. A maggior ragione, ora che la fine anticipata della legislatura ha bloccato nei cassetti parlamentari una lunga serie di iniziative per rilanciare imprese ed imprenditori del settore. A cominciare dalla legge sui compro oro e dalle nuove regole sul rilascio del nichel. “Per quanto riguarda la situazione comunitaria, c’è una norma che entrerà in vigore già dal 1° aprile 2013 e che riguarda la cessione del nichel nei manufatti di oro e articoli da indosso – ha ripreso Pozzebon – Questo complicherà notevolmente la vita dei produttori, ma anche di tutti gli operatori della filiera commerciale, perché tutti i prodotti che attualmente sono in stoccaggio, negozi, magazzini, fabbriche, vengono dichiarati nella grandissima maggioranza fuorilegge. Certo che potrebbe nascere un problema sui produttori sul fatto che le produzioni potrebbero aumentare di costo, dato che il sostituto naturale del nichel è il palladio, un metallo che costa molti soldi”. Oltre a queste due norme bloccate in Parlamento, l’operatività dei compro oro e la cessione del nichel, la categoria degli orafi sta affrontando anche altre questioni. “La legge sulla gemmologia, che permette al consumatore di avere chiarimenti importanti sui prodotti gemmologi, ed una norma ancora da discutere che riguarda i metalli preziosi, che potrebbe dividere il marchio dell’importazione dal marchio della produzione, con una notevole chiarezza su quello che è il vero made in Italy – ha concluso il presidente Pozzebon – Rimangono in itinere, infine, la possibilità di marchiare con il laser, e non più a mano, il punzone di Stato”. Tutto questo da un punto di vista normativo della categoria. In linea generale, però, il tetto ai pagamenti in contanti e la caccia alle streghe avviata nei confronti dei beni di lusso, con la finanza in attesa dei clienti fuori dalle oreficerie, stanno limitando i consumi in un settore, quello dei preziosi e del lusso, che rappresenta, a tutti gli effetti, una locomotiva del made in Italy. La speranza, allora, è che l’anno nuovo possa accompagnare le imprese dell’oreficeria fuori da una crisi sempre più grigia, a cominciare dall’imminente appuntamento vicentino.
Notizie correlate:
Nessun articolo correlato.