19 Novembre 2012, h. 00:00
In Parlamento si gioca la ‘partita’ dei tagli all’Irap
Quasi 34 miliardi di euro l’anno. Tanto costa alle imprese italiane l’imposta regionale sulle attività produttive. Un tributo, nato nel 1998, che colpisce soprattutto il costo del lavoro e che ripetutamente Confartigianato ha chiesto di rimodulare. L’Irap è ora sotto la lente del Parlamento con interventi di revisione previsti all’interno della Legge di stabilità. La scorsa settimana, la Camera ha approvato un maxiemendamento in cui si agisce in tre direzioni per attenuare il peso dell’imposta. Il primo intervento è diretto a tagliare il cuneo fiscale, con un aumento delle deduzioni per ogni lavoratore. Altre due misure riguardano direttamente le imprese. Per il 2014 e il 2015 si prevede l’esonero dall’Irap per gli imprenditori individuali, senza dipendenti e senza autonoma organizzazione. L’identikit di questi soggetti dovrà però essere definito da un decreto del Ministero dell’Economia sulla base del possesso dei beni strumentali. Le risorse destinate a questa operazione ammontano a 540 milioni. L’altra strada individuata dalla Camera consiste nell’innalzamento a 10.500 euro della deduzione dalla base imponibile Irap per gli imprenditori individuali e le società di persone con una base imponibile Irap inferiore a 180.999,91 euro. Queste due interventi, però, secondo Confartigianato e Rete Imprese Italia rischiano di non produrre un impatto efficace in termini di riduzione della pressione fiscale. Poiché le risorse a disposizione sono limitate, la Confederazione ritiene più utile concentrarle su un innalzamento almeno fino a 14mila euro della franchigia Irap per tutti gli imprenditori cosiddetti ‘minori’, vale a dire quelli con una base imponibile inferiore a 180.999,91 euro. Una soglia inizialmente prevista dal Governo e modificata durante il dibattito alla Camera. Inoltre Confartigianato contesta il metodo di definire prima le risorse da destinare all’esonero dell’Irap e in seguito i parametri in base ai quali applicarlo agli imprenditori. La partita, comunque, non è chiusa. Dopo il via libera della Camera, nei prossimi giorni la parola passa al Senato, dove la legge di stabilità, e gli interventi sull’Irap, sono attesi per l’esame definitivo e dove non si esclude la possibilità di ulteriori modifiche sul fronte degli sgravi Irap.
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