16 Ottobre 2012, h. 11:56

INIZIATIVE – Alleanza Unioncamere, Infocamere, Rete Imprese Italia per la mediazione

Roma, 16 ottobre 2012 – Unioncamere, Infocamere e Rete Imprese Italia alleati per promuovere la diffusione e l’utilizzo della mediazione, con particolare attenzione a quella online per la compilazione e l’invio delle domande verso gli organismi di mediazione delle Camere di commercio.

E’ questo l’obiettivo del protocollo d’intesa siglato dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, dal direttore generale di InfoCamere, Valerio Zappalà, e dai Presidenti delle Organizzazioni di rappresentanza dell’artigianato, del commercio, dei servizi e del turismo che compongono Rete Imprese Italia. Nella convinzione che attraverso questo strumento di risoluzione alternativa delle controversie, imprese e cittadini possano trovare una risposta più rapida ed economica alla domanda di giustizia, aspetto cardine e condizione per lo sviluppo competitivo del nostro tessuto imprenditoriale. Tanto più che da circa 1 anno è possibile conciliare anche a distanza grazie a “ConciliaCamera” (www.conciliazione.camcom.it), l’applicativo telematico per la gestione online delle procedure di mediazione, realizzato da InfoCamere per gli organismi incaricati delle Camere di commercio, che si distingue dagli altri servizi per l’informatizzazione di tutte le fasi del processo, dalla gestione del procedimento di mediazione e dell’elenco dei mediatori, alle funzioni online per gli stessi mediatori e gli utenti, fino alla realizzazione sempre in modalità online dei relativi incontri.

Le Camere di commercio stanno gestendo circa 2mila procedure al mese, da quando nel marzo 2011 la mediazione è divenuta obbligatoria per dirimere numerose fattispecie di controversie, in totale più di 30.000 procedimenti in 18 mesi. Un impegno che, solo calcolando l’attività svolta da settembre 2011 a settembre di quest’anno, ha generato un risparmio stimato in 123 milioni di euro rispetto ai costi che si sarebbero sostenuti facendo ricorso alla giustizia ordinaria.

Si tratta secondo Dardanello di “un dato che, anche grazie a quest’accordo, è destinato ulteriormente a migliorare,  perché le aziende hanno bisogno di poter contare su tempi di giustizia certi e economicamente sostenibili. Oggi i ritardi del nostro sistema giudiziario sono una delle principali cause di perdita della competitività del nostro sistema produttivo. Basti pensare che per arrivare ad una sentenza di primo grado ci vogliono circa 400 giorni, mentre per attendere un giudizio in cassazione non sono sufficienti 1.400 giorni! Un paradosso che, soprattutto in una fase così delicata dell’economia, non è più tollerabile. E la mediazione è la risposta giusta, perché garantisce una soluzione in tempi infinitamente più brevi. In media ci vogliono meno di 50 giorni per chiudere un contenzioso presso le Camere di commercio. Il Sistema camerale infatti con la sua esperienza ultradecennale in materia di composizione alternativa dei conflitti può soddisfare la sete di giustizia di cittadini e imprese anche perché è in grado di offrire un servizio uniforme su tutto il territorio garantendo condizioni di terzietà, imparzialità e indipendenza ”. 

E grazie alla gestione online della mediazione – ha aggiunto il direttore generale di Infocamere Zappalà “si raggiunge un duplice scopo. Da un lato si garantisce la semplificazione e l’alleggerimento del carico di lavoro degli uffici e, dall’altro, si favorire l’accesso degli utenti al servizio di mediazione, consentendo di risolvere le problematiche legate alla distanza, con riflessi diretti su tempi e costi della procedura”.

Per Giorgio Guerrini, Presidente di turno di Rete Imprese Italia“ il protocollo riveste grande importanza poiché consente a tutte le associazioni che compongono Rete Imprese Italia di gestire, in partnership con le Camere di commercio, il servizio di mediazione e conciliazione. In questo modo si danno risposte efficaci ai bisogni delle imprese e alle specificità dei territori italiani. La diffusione della cultura del cosiddetto ‘diritto mite’, ovvero della propensione a rivolgersi a strumenti alternativi di giustizia, permette di superare uno dei tanti problemi delle imprese italiane, i ritardi della giustizia civile che costano agli imprenditori oltre 2 miliardi di euro l’anno”.  

 

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