16 Luglio 2012, h. 00:00
A Prato, sfilata conclusiva della kemesse ‘Imbastire un sogno, cucire un’idea’
Dopo il successo delle scorse edizioni e dopo la preselezione di due settimane fa all’Opificio Jm, a Prato è andata in scena la passerella conclusiva di ‘Imbastire un sogno, cucire un’idea’, l’appuntamento estivo con la moda promosso da Confartigianato Prato. Il 14 luglio, in una piazza Duomo gremita, hanno sfilato l’abilità e la creatività delle allieve delle tre prestigiose scuole di sartoria pratesi targate Confartigianato e del liceo statale d’arte Brunelleschi, indirizzo moda e costume, di Montemurlo. In primo piano le minicollezioni delle dodici finaliste del concorso per i giovani talenti del taglio e cucito ma anche i capi di aziende e negozi del distretto che hanno presentato le loro creazioni, dalla moda bimbo agli accessori-moda, alla maglieria all’abbigliamento in genere. Una ventata di creatività che stempera i bollori di una crisi che non ha risparmiato la moda, bandiera dello stile made in Italy nel mondo, crisi che sempre più spesso coincide anche con la mancanza di idee. Prato cerca proprio la scossa dai giovani stilisti per tornare a imporre la sua etichetta sui mercati internazionali. <i> “Attraverso questa manifestazione </i>– spiega Luca Giusti Presidente di Confartigianato Prato – <i> diamo la possibilità ai giovani di acquisire delle informazioni, delle conoscenze, della capacità e di poterle poi mostrare a coloro che usufruiranno delle creazioni che escono dalle loro mani”. “Per cui una vitalità sempre più forte </i>– prosegue –, <i>sempre maggiore, in un settore che sicuramente non è maturo, che sicuramente non è finito ma che ha bisogno di idee nuove e queste idee possiamo tirarle fuori attraverso la genialità dei nostri giovani, attraverso l’estro, la capacità e la fantasia”. </i> L’edizione 2012 di ‘Imbastire un sogno, cucire un’idea’ si conferma fucina di innovazione. Accanto alla moda da indossare, quella da guardare sgranando gli occhi: abiti scultura frutto di ricerca stilistica e di contaminazione tra espressioni differenti dell’abilità artigiana. Lo rimarca lo scenografo Paolo Mazzei, che parla di un <i>“mix di un di ispirazione tra un artigianato del legno, della tappezzeria, del vetro”. </i>
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