26 Giugno 2012, h. 00:00
Innovazione e incentivi, la ripresa parte da qui
Sviluppo, crescita, ripresa economica. Chiamatela come volete, ma questo è ciò che serve all’Italia, riagganciare la ripresa economica e tornare a crescere. Per farlo, il Governo Monti, dopo una prima fase, estremamente dura, di tagli e razionalizzazione dei costi, ha preparato un pacchetto di iniziative per rilanciare l’economia del paese. <i>“Noi abbiamo sollecitato un cambio di politiche del governo che, finora, si è dedicato quasi esclusivamente alle politiche di risanamento dei conti pubblici e a fronteggiare la grave crisi del debito sovrano italiano”</i>, ha sottolineato il Segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli. Nel decreto sviluppo approvato dal consiglio dei ministri lo scorso 15 giugno sono finiti la riforma degli incentivi alle imprese, trasformati in un unico fondo rotativo da 2 miliardi di euro all’anno, la definizione di un credito d’imposta per chi assume giovani laureati qualificati, alcune modifiche e semplificazioni del diritto fallimentare e di quello civile, la creazione dell’Agenzia per l’Italia digitale e un pacchetto di proprietà pubbliche da dismettere, oltre ad un ampio bouquet di iniziative per l’edilizia e le rinnovabili. I fondi raccolti dalla cessione di una parte del patrimonio pubblico andranno a coprire una quota del debito pubblico e parte di quello commerciale dello Stato nei confronti delle imprese, All’ultimo momento, invece, è saltata l’esenzione dell’IMU per l’invenduto. <i>“Riteniamo che questo debba essere soltanto il primo di una serie di provvedimenti che mirino alla rimessa in moto dell’economia italiana”</i>, ha aggiunto Fumagalli. Alla presentazione del decreto sviluppo, il premier monti ha sottolineato come con questo decreto si riduca il peso dello stato, ma di lavoro, per riagganciare la crescita, ce n’è ancora tanto da fare. Per Confartigianato, sono tre le strade da seguire, riduzione della pressione fiscale, semplificazione burocratica ed un credito più accessibile per le imprese. <i>“Con questa pressione fiscale non si aggancia nessuna ripresa. Con l’attuale livello di burocrazia, nonostante siano state fatte negli anni scorsi alcune magnifiche leggi di principio sulla semplificazione anche se ancora mancano i decreti attuativi, le imprese non hanno sufficienti margini di manovra. Il terzo ambito in cui noi crediamo sia necessario mettere in campo un intervento coordinato fra soggetti pubblici e privati è quello della circolazione della liquidità”</i>, ha concluso Fumagalli.
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