12 Giugno 2012, h. 17:00
Il Premio Giano 2012 agli imprenditori siciliani che hanno detto no alla mafia
Nel corso dell’Assemblea 2012 di Confartigianato, il Segretario Cesare Fumagalli ha consegnato il Premio Giano agli imprenditori Valeria Grasso, Giovanni Correro, Ignazio Cutrò, tre imprenditori siciliani che non si sono piegati al ricatto e alla violenza della criminalità organizzata.
Tre imprenditori coraggiosi che hanno creduto in loro stessi e nella loro impresa e che ogni giorno mettono a rischio la propria vita e quella delle loro famiglie per testimoniare la battaglia contro l’illegalità.
A Valeria, a Giovanni, a Ignazio, Confartigianato è profondamente vicina nell’impegno per difendere la libertà di fare impresa. Il loro esempio deve servire per comprendere che la criminalità non è un male inguaribile e che si combatte anche eliminando i tanti ostacoli che, soprattutto nel Mezzogiorno, scoraggiano le attività imprenditoriali, frenano lo sviluppo e impediscono la creazione di un ambiente economico sano e vitale. Per questo, la lotta all’illegalità non è compito soltanto della magistratura e delle forze dell’ordine. E’ responsabilità di tutti, di tutte le forze istituzionali, politiche, sociali ed economiche del Paese. E’ dovere di una Organizzazione di rappresentanza degli imprenditori quale è Confartigianato.
LE STORIE
Valeria Grasso, ha 42 anni, imprenditrice e madre di tre figli, ha denunciato i suoi estorsori. Ha subito attentati da parte della mafia. Oggi gode del regime di protezione. E’ presidente del Movimento Donne Impresa Confartigianato di Palermo.
Ignazio Cutrò, imprenditore siciliano, 44 anni, è stato sottoposto, assieme alla famiglia, ad un programma speciale di protezione per aver denunciato i suoi estorsori. Il primo attentato risale alla sera del 10 ottobre 1999 quando gli fu bruciata una pala meccanica in contrada Canfutino a Bivona e Cutrò presentò la prima denuncia contro ignoti. Da quel momento è un susseguirsi di minacce e intimidazioni, fino al 2006 quando Cutrò decide di diventare un testimone di giustizia, denunciando i suoi estorsori. Grazie alle sue testimonianze viene avviata l’operazione “Face off”, nella quale vengono arrestati i fratelli Luigi, Marcello e Maurizio Panepinto e che porta nel gennaio 2011 ad un totale di 66 anni e mezzo di carcere. La collaborazione con la magistratura condiziona però l’attività imprenditoriale di Cutrò, che non riceve più commesse e che dichiara comunque di essere fiero della scelta fatta.
Giovanni Correro, imprenditore nel settore fotovoltaico, ha denunciato un esponente politico e un amministratore pubblico siciliani per aver richiesto mazzette in cambio dell’affidamento di appalti. Correro ha già subito pesanti ritorsioni per il suo gesto.
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